Il contributo presenta una riflessione sul tema dell'identità, sia in termini generali che con specifico riferimento all'identità europea. Il punto di partenza è costituito dal dibattito riguardante il (presunto) necessario legame tra identità europea e unità politica continentale, da cui emerge una certa tendenza secondo la quale si dovrebbe riprodurre su scala europea quello stesso metodo utilizzato nella creazione degli stati nazionali e delle relative e corrispondenti identità. Ci si propone di contestare questo approccio, evidenziandone alcune profonde contraddizioni. A tal fine ci si sofferma sull'identità, intesa come 'fatto' e soprattutto come 'percezione', come 'idea' e come 'prodotto' e in quanto tale costantemente in evoluzione e in costruzione, tanto in una dimensione individuale e personale quanto, ancor di più, in una o più dimensioni collettive, comunitarie, pubbliche. Si propone altresì un modello di relazione tra individuo e collettività che ribalta lo schema secondo cui il singolo sarebbe subordinato alla dimensione collettiva, sottolinea la pluralità delle relazioni e quindi delle appartenenze e delle identità e quindi riconosce queste appartenenze, che sono 'fatto', 'prodotto' e 'percezione' di relazioni e quindi di costruzioni dinamiche e plurali, come parti dell'individualità di ciascuna persona. Su queste basi si riprende il processo di costruzione dell'identità dei 'popoli' in Europa, distinguendo tra 'nazionalità spontanea' o 'naturale' e 'nazionalità convenzionale' o 'artificiale' o 'organizzata', e quindi tra identità relative e dinamiche e identità che, per effetto della particolare relazione con il potere, nel quadro dello stato nazionale, si fanno (o si vogliono) assolute, monolitiche e magari anche depositarie di qualche specifico, inimitabile e irraggiungibile primato. Si giunge così ad individuare le peculiarità della dimensione identitaria europea, che è – e si propone di essere – dinamica, plurale e inclusiva: il popolo europeo è necessariamente un demos multietnico, multiculturale, interculturale e multilingue e la sua europeicità risiede proprio nella consapevolezza dell'accettazione e del riconoscimento della diversità, dei diritti civili e sociali e quindi del diritto alla (e della) diversità.
L'identità europea: un'identità consapevolmente dinamica e plurale
STOLFO M
2008-01-01
Abstract
Il contributo presenta una riflessione sul tema dell'identità, sia in termini generali che con specifico riferimento all'identità europea. Il punto di partenza è costituito dal dibattito riguardante il (presunto) necessario legame tra identità europea e unità politica continentale, da cui emerge una certa tendenza secondo la quale si dovrebbe riprodurre su scala europea quello stesso metodo utilizzato nella creazione degli stati nazionali e delle relative e corrispondenti identità. Ci si propone di contestare questo approccio, evidenziandone alcune profonde contraddizioni. A tal fine ci si sofferma sull'identità, intesa come 'fatto' e soprattutto come 'percezione', come 'idea' e come 'prodotto' e in quanto tale costantemente in evoluzione e in costruzione, tanto in una dimensione individuale e personale quanto, ancor di più, in una o più dimensioni collettive, comunitarie, pubbliche. Si propone altresì un modello di relazione tra individuo e collettività che ribalta lo schema secondo cui il singolo sarebbe subordinato alla dimensione collettiva, sottolinea la pluralità delle relazioni e quindi delle appartenenze e delle identità e quindi riconosce queste appartenenze, che sono 'fatto', 'prodotto' e 'percezione' di relazioni e quindi di costruzioni dinamiche e plurali, come parti dell'individualità di ciascuna persona. Su queste basi si riprende il processo di costruzione dell'identità dei 'popoli' in Europa, distinguendo tra 'nazionalità spontanea' o 'naturale' e 'nazionalità convenzionale' o 'artificiale' o 'organizzata', e quindi tra identità relative e dinamiche e identità che, per effetto della particolare relazione con il potere, nel quadro dello stato nazionale, si fanno (o si vogliono) assolute, monolitiche e magari anche depositarie di qualche specifico, inimitabile e irraggiungibile primato. Si giunge così ad individuare le peculiarità della dimensione identitaria europea, che è – e si propone di essere – dinamica, plurale e inclusiva: il popolo europeo è necessariamente un demos multietnico, multiculturale, interculturale e multilingue e la sua europeicità risiede proprio nella consapevolezza dell'accettazione e del riconoscimento della diversità, dei diritti civili e sociali e quindi del diritto alla (e della) diversità.File | Dimensione | Formato | |
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