Il testo introduce il panorama della lavorazione del ferro nelle aree orobiche valtellinesi medievali riprendendo i dati storici noti e unendoli alle poche fonti archeologiche che hanno confermato lo svolgimento nella comunità sondriese di attività metallurgiche anche se in un contesto esterno rispetto alle mura urbane. Nel medioevo, in un settore non ancora urbanizzato, venne realizzata una bottega polifunzionale in grado di svolgere diverse attività produttive e tra queste anche la metallurgia del ferro. Il ritrovamento di un ferro equino nello scavo di questo spazio produttivo ha consentito di ipotizzare che la bottega fosse in grado di soddisfare le richieste dei mulattieri che da Sondrio salivano verso i passi alpini e che necessitavano di ferrare gli animali da trasporto che portavano con sé. Il testo ripercorre tutta la catena produttiva legata all’estrazione del ferro e alle sue fasi di trasformazione fino alla conversione della materia prima in utensili caratterizzanti la vita quotidiana. Nel caso poi delle aree orobiche valtellinesi il racconto si spinge fino al periodo precedente la fase di industrializzazione quando la mancata conversione delle attività metallurgiche locali alla produzione con il carbone fossile, diventata ormai maggioritaria nelle aree manifatturiere belghe, tedesche e inglesi e con costi finali molto inferiori, determinò l’involuzione produttiva anche delle aree valtellinesi dove la metallurgia tendeva a seguire ancora ritmi e tempi di un passato non più in grado di competere con le innovazioni della siderurgia europea.

Tempo delle miniere e tempo dei minatori nelle Alpi orobiche valtellinesi. Un patrimonio culturale secolare tra fonti storiche e dati archeologici

de Vingo, P.
First
2022-01-01

Abstract

Il testo introduce il panorama della lavorazione del ferro nelle aree orobiche valtellinesi medievali riprendendo i dati storici noti e unendoli alle poche fonti archeologiche che hanno confermato lo svolgimento nella comunità sondriese di attività metallurgiche anche se in un contesto esterno rispetto alle mura urbane. Nel medioevo, in un settore non ancora urbanizzato, venne realizzata una bottega polifunzionale in grado di svolgere diverse attività produttive e tra queste anche la metallurgia del ferro. Il ritrovamento di un ferro equino nello scavo di questo spazio produttivo ha consentito di ipotizzare che la bottega fosse in grado di soddisfare le richieste dei mulattieri che da Sondrio salivano verso i passi alpini e che necessitavano di ferrare gli animali da trasporto che portavano con sé. Il testo ripercorre tutta la catena produttiva legata all’estrazione del ferro e alle sue fasi di trasformazione fino alla conversione della materia prima in utensili caratterizzanti la vita quotidiana. Nel caso poi delle aree orobiche valtellinesi il racconto si spinge fino al periodo precedente la fase di industrializzazione quando la mancata conversione delle attività metallurgiche locali alla produzione con il carbone fossile, diventata ormai maggioritaria nelle aree manifatturiere belghe, tedesche e inglesi e con costi finali molto inferiori, determinò l’involuzione produttiva anche delle aree valtellinesi dove la metallurgia tendeva a seguire ancora ritmi e tempi di un passato non più in grado di competere con le innovazioni della siderurgia europea.
2022
Le Radici della Terra. Le miniere orobiche valtellinesi da risorsa economica a patrimonio culturale delle comunità tra medioevo ed età contemporanea
Franco Angeli
Le Radici di una identità
3
51
110
9788835126621
Paesaggio valtellinese, Miniere, Minatori, Alpi Orobiche, Medioevo, Postmedioevo
de Vingo, P.
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Descrizione: Il testo fornisce una panoramica della lavorazione del ferro nelle aree delle Alpi Bergamasche in Valtellina durante il Medioevo, utilizzando dati storici ben noti e combinandoli con le scarse fonti archeologiche che hanno confermato l'esistenza di attività metallurgiche presso la comunità di Sondrio, seppur in un contesto fuori dalle mura cittadine.
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