Il Libro de los gatos, prima raccolta di exempla in castigliano, è la traduzione (parziale?) delle Fabulae o Narrationes di Odo (Oddone) di Cheriton. La fama di cui godettero è dimostrata dai numerosi manoscritti diffusi in tutta Europa sebbene nessuno di questi costituisca il modello diretto della versione spagnola, conservata in un codice di fine XIV - inizio del XV presso la “Biblioteca Nacional” di Madrid. Numerose sono le questioni suscitate dalla sua tardiva scoperta: la più dibattuta è senz’altro il titolo, totalmente arbitrario anche se raffrontato al contenuto delle favole poiché i gatti compaiono meno frequentemente dei lupi, delle volpi o dei leoni. La feroce critica delle istituzioni ecclesiastiche e nobiliari presente nelle moralizzazioni finali potrebbe invece aver contribuito a renderle ancora attuali nella Spagna di quel periodo. Gli apologhi, sovente derivati dalla tradizione esopica – vengono raccolte le favole della “testuggine e l’aquila”, del “lupo con la cicogna” o del “lupo con i monaci”, per citarne solo tre - e dai bestiari medievali, vedono perlopiù come protagonisti animali antropomorfizzati con cui si cattura l’attenzione per poi scivolare verso la riflessione della seconda parte, moralizzante, che la versione spagnola inasprisce rispetto a quella latina quando si tratta di giudicare i ricchi e i potenti, sistematicamente descritti come avari e abietti, e le cariche della chiesa cattolica, sempre viste come corrotte e ipocrite. Del testo spagnolo si presenta qui, oltre ad un approfondito studio introduttivo, una proposta di traduzione in italiano.
Il Libro dei "gatti"
E. PALTRINIERI
2023-01-01
Abstract
Il Libro de los gatos, prima raccolta di exempla in castigliano, è la traduzione (parziale?) delle Fabulae o Narrationes di Odo (Oddone) di Cheriton. La fama di cui godettero è dimostrata dai numerosi manoscritti diffusi in tutta Europa sebbene nessuno di questi costituisca il modello diretto della versione spagnola, conservata in un codice di fine XIV - inizio del XV presso la “Biblioteca Nacional” di Madrid. Numerose sono le questioni suscitate dalla sua tardiva scoperta: la più dibattuta è senz’altro il titolo, totalmente arbitrario anche se raffrontato al contenuto delle favole poiché i gatti compaiono meno frequentemente dei lupi, delle volpi o dei leoni. La feroce critica delle istituzioni ecclesiastiche e nobiliari presente nelle moralizzazioni finali potrebbe invece aver contribuito a renderle ancora attuali nella Spagna di quel periodo. Gli apologhi, sovente derivati dalla tradizione esopica – vengono raccolte le favole della “testuggine e l’aquila”, del “lupo con la cicogna” o del “lupo con i monaci”, per citarne solo tre - e dai bestiari medievali, vedono perlopiù come protagonisti animali antropomorfizzati con cui si cattura l’attenzione per poi scivolare verso la riflessione della seconda parte, moralizzante, che la versione spagnola inasprisce rispetto a quella latina quando si tratta di giudicare i ricchi e i potenti, sistematicamente descritti come avari e abietti, e le cariche della chiesa cattolica, sempre viste come corrotte e ipocrite. Del testo spagnolo si presenta qui, oltre ad un approfondito studio introduttivo, una proposta di traduzione in italiano.File | Dimensione | Formato | |
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