Il presente contributo è dedicato alla cara memoria di due eminenti studiosi tedeschi, Eckhard Weiher (1939) e Hans Rothe (1928), entrambi deceduti nel 2021. Oltre al medesimo anno di morte, questi due rappresentanti di una gloriosa scuola di studi paleoslavistici, fiorita nel XX secolo in Germania, sono legati da diversi aspetti, di carattere sia biografico che professionale: entrambi infatti erano nati nella Prussia Orientale, da cui le loro famiglie furono costrette ad evacuare alla fine della Seconda guerra mondiale; entrambi ricevettero in Germania Occidentale una formazione classica, che permise loro di indagare la tradizione scrittoria paleoslava con costante riferimento alle fonti greche e latine; entrambi furono particolarmente interessati alle traduzioni, giustamente considerate componente essenziale della letteratura e cultura slava medievale; entrambi promossero e diressero varie imprese scientifiche ed editoriali: i loro progetti a lungo termine, in collaborazione con la Russia – sulle Grandi Menee, raccolte da metropolita di Mosca Macario nel XVI secolo (Weiher), o sul Meneo liturgico secondo codici manoscritti slavo-orientali del secoli XII-XIII (Rothe) – hanno rappresentato senza dubbio un’ambiziosa e riuscita continuazione delle tradizione russa prerivoluzionaria. Nel tentativo di caratterizzare l’importanza e l’impatto del loro lavoro scientifico, l’articolo fornisce una panoramica breve e un po’ personale di alcune delle molteplici sfaccettature di queste due personalità così differenti, ma anche simili, la cui attività resterà a lungo di esempio nelle future ricerche slavistiche.
Ricordo di Eckhard Weiher e Hans Rothe
Tomelleri, V. S.
2022-01-01
Abstract
Il presente contributo è dedicato alla cara memoria di due eminenti studiosi tedeschi, Eckhard Weiher (1939) e Hans Rothe (1928), entrambi deceduti nel 2021. Oltre al medesimo anno di morte, questi due rappresentanti di una gloriosa scuola di studi paleoslavistici, fiorita nel XX secolo in Germania, sono legati da diversi aspetti, di carattere sia biografico che professionale: entrambi infatti erano nati nella Prussia Orientale, da cui le loro famiglie furono costrette ad evacuare alla fine della Seconda guerra mondiale; entrambi ricevettero in Germania Occidentale una formazione classica, che permise loro di indagare la tradizione scrittoria paleoslava con costante riferimento alle fonti greche e latine; entrambi furono particolarmente interessati alle traduzioni, giustamente considerate componente essenziale della letteratura e cultura slava medievale; entrambi promossero e diressero varie imprese scientifiche ed editoriali: i loro progetti a lungo termine, in collaborazione con la Russia – sulle Grandi Menee, raccolte da metropolita di Mosca Macario nel XVI secolo (Weiher), o sul Meneo liturgico secondo codici manoscritti slavo-orientali del secoli XII-XIII (Rothe) – hanno rappresentato senza dubbio un’ambiziosa e riuscita continuazione delle tradizione russa prerivoluzionaria. Nel tentativo di caratterizzare l’importanza e l’impatto del loro lavoro scientifico, l’articolo fornisce una panoramica breve e un po’ personale di alcune delle molteplici sfaccettature di queste due personalità così differenti, ma anche simili, la cui attività resterà a lungo di esempio nelle future ricerche slavistiche.File | Dimensione | Formato | |
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