L’idea guida di questo contributo può essere riassunta in quattro semplici parole: comunità, cultura, comunicazioni, paesaggio. Una comunità distribuita su diversi Paesi lungo lo spartiacque montano, con culture, lingue (pensiamo all’occitano) e tradizioni molto simili e che comunica, si scambia proposte e idee creative come quella del “Buco del Viso”. Una visione culturale che permette alla classe dirigente di un Marchesato stretto tra potenti vicini, in un periodo in cui l’Europa doveva convivere con i colpi finali della peste nera iniziata intorno alla metà del XIV sec. e stabilitasi in forma endemica in tutto l’Occidente per quattrocento anni, fino al XVIII sec., di ingaggiare un celebre artista fiammingo come Clemer e creare opere d’arte immortali in luoghi di culto immersi in lontane vallate montane di confine ancor oggi raggiungibili con qualche difficoltà stagionale. La ricerca e l’utilizzo di vie di comunicazione e di opportunità commerciali, unite alla voglia dei valligiani di spingersi al di là dei monti, di individuare prodotti innovativi che permettessero agli abitanti di queste montagne di uscire dalle limitazioni imposte da un ambiente di non agevole gestione. Il paesaggio, che i primi tre punti contribuiscono a creare, non come realtà materiale bensì come costruzione mentale che sola sa spiegare il rapporto dell’uomo con il territorio.

Dal Marchesato di Saluzzo al Regno d’Italia: la montagna cuneese come trait d’union tra un maestro fiammingo e le parrucche

Daniela Santus;
2023-01-01

Abstract

L’idea guida di questo contributo può essere riassunta in quattro semplici parole: comunità, cultura, comunicazioni, paesaggio. Una comunità distribuita su diversi Paesi lungo lo spartiacque montano, con culture, lingue (pensiamo all’occitano) e tradizioni molto simili e che comunica, si scambia proposte e idee creative come quella del “Buco del Viso”. Una visione culturale che permette alla classe dirigente di un Marchesato stretto tra potenti vicini, in un periodo in cui l’Europa doveva convivere con i colpi finali della peste nera iniziata intorno alla metà del XIV sec. e stabilitasi in forma endemica in tutto l’Occidente per quattrocento anni, fino al XVIII sec., di ingaggiare un celebre artista fiammingo come Clemer e creare opere d’arte immortali in luoghi di culto immersi in lontane vallate montane di confine ancor oggi raggiungibili con qualche difficoltà stagionale. La ricerca e l’utilizzo di vie di comunicazione e di opportunità commerciali, unite alla voglia dei valligiani di spingersi al di là dei monti, di individuare prodotti innovativi che permettessero agli abitanti di queste montagne di uscire dalle limitazioni imposte da un ambiente di non agevole gestione. Il paesaggio, che i primi tre punti contribuiscono a creare, non come realtà materiale bensì come costruzione mentale che sola sa spiegare il rapporto dell’uomo con il territorio.
2023
l paesaggio montano dalle Alpi cuneesi ai Pirenei. Crocevia di culture, popoli e tradizioni
Franco Angeli
236
246
9788835145660
comunità, cultura, comunicazioni, paesaggio
Daniela Santus; Antonino Demichelis
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