Negli ultimi quarant’anni il nome di Olympe de Gouges ha assunto una considerevole importanza nella storiografia della Rivoluzione francese e in particolare nel movimento femminista occidentale. L’autrice della nota Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne non fu l’unica tuttavia a contestare la legislazione rivoluzionaria, rivendicando l’estensione dei diritti politici alle francesi. Fin dall’annuncio della convocazione degli Stati Generali, alcune donne, superando l’ostacolo che impediva loro di partecipare alle riunioni di baliaggio per la stesura dei cahiers, si rivolsero direttamente al sovrano lamentando, come nel caso delle Doléances des femmes de Franche-Comté, «que la moitié des individus qui compose votre royaume soit oubliée, […et] n’aura pas le moindre représentant, malgré tout le zèle de la nation pour le bien public». Questo saggio si propone di isolare, fra l’annuncio della convocazione degli Stati Generali e l’ottobre del 1793 (considerato dalla storiografia di genere della Rivoluzione un terminus ante quem per la chiusura dei club politici a esclusiva partecipazione femminile), i contributi intesi a contestare l’esclusione delle donne dal godimento dei diritti di cittadinanza. Oltre alle Petitions des femmes du Tiers État, si analizzerà la produzione politica di Olympe de Gouges e il dimenticato ma quanto mai significativo Vues législatives pour les femmes, adressées à l’Assemblée nationale di Marie-Madeleine Jodin. L’analisi di queste opere può non soltanto contribuire allo studio della storia della cittadinanza rivoluzionaria, come recentemente la storiografia inerente ai «citoyens-limites» ha mostrato, ma anche a dare voce a quelle donne, che, oltre a Olympe de Gouges, hanno rivendicato una partecipazione femminile alla politica.
Oltre Olympe de Gouges, i diritti delle donne nella Francia rivoluzionaria
Valentina AltopiediFirst
2023-01-01
Abstract
Negli ultimi quarant’anni il nome di Olympe de Gouges ha assunto una considerevole importanza nella storiografia della Rivoluzione francese e in particolare nel movimento femminista occidentale. L’autrice della nota Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne non fu l’unica tuttavia a contestare la legislazione rivoluzionaria, rivendicando l’estensione dei diritti politici alle francesi. Fin dall’annuncio della convocazione degli Stati Generali, alcune donne, superando l’ostacolo che impediva loro di partecipare alle riunioni di baliaggio per la stesura dei cahiers, si rivolsero direttamente al sovrano lamentando, come nel caso delle Doléances des femmes de Franche-Comté, «que la moitié des individus qui compose votre royaume soit oubliée, […et] n’aura pas le moindre représentant, malgré tout le zèle de la nation pour le bien public». Questo saggio si propone di isolare, fra l’annuncio della convocazione degli Stati Generali e l’ottobre del 1793 (considerato dalla storiografia di genere della Rivoluzione un terminus ante quem per la chiusura dei club politici a esclusiva partecipazione femminile), i contributi intesi a contestare l’esclusione delle donne dal godimento dei diritti di cittadinanza. Oltre alle Petitions des femmes du Tiers État, si analizzerà la produzione politica di Olympe de Gouges e il dimenticato ma quanto mai significativo Vues législatives pour les femmes, adressées à l’Assemblée nationale di Marie-Madeleine Jodin. L’analisi di queste opere può non soltanto contribuire allo studio della storia della cittadinanza rivoluzionaria, come recentemente la storiografia inerente ai «citoyens-limites» ha mostrato, ma anche a dare voce a quelle donne, che, oltre a Olympe de Gouges, hanno rivendicato una partecipazione femminile alla politica.File | Dimensione | Formato | |
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