Secondo Francesco De Sanctis la fine del XIX secolo è portatrice di «una nuova fermentazione d’idee» dalla quale è possibile intuire quali saranno le caratteristiche della letteratura italiana negli anni successivi e il genere letterario prediletto dagli autori della «Nuova letteratura» sembra proprio essere il romanzo. Partendo dal modello per eccellenza del genere, I promessi sposi, il volume si propone di indagare i molteplici legami tra romanzo ottocentesco e storia: se, infatti, il modello manzoniano pone sin dall’Introduzione il problema dei rapporti tra la narrativa e la «guerra illustre contro il Tempo», gli esempi successivi (come il romanzo-memoriale di Ippolito Nievo o la narrativa d’appendice, di cui si fornisce qui un esempio con le pagine di Giuseppe Garibaldi) sembrano, a loro modo, offrire diverse declinazioni del racconto storico. Infine, guardando al desanctisiano «disegnarsi» del «nuovo secolo», un secondo percorso critico prende in analisi l’eredità che Manzoni, Nievo e, nel suo piccolo, Garibaldi hanno lasciato agli autori della contemporaneità, da Alberto Moravia a Calvino e Sanguineti.
«… quanta vicenda di cose, quanto fragore di tempeste, e sguiscio di fulmini!». Percorsi critici sul romanzo ottocentesco italiano ed europeo
Lorenzo Resio
2023-01-01
Abstract
Secondo Francesco De Sanctis la fine del XIX secolo è portatrice di «una nuova fermentazione d’idee» dalla quale è possibile intuire quali saranno le caratteristiche della letteratura italiana negli anni successivi e il genere letterario prediletto dagli autori della «Nuova letteratura» sembra proprio essere il romanzo. Partendo dal modello per eccellenza del genere, I promessi sposi, il volume si propone di indagare i molteplici legami tra romanzo ottocentesco e storia: se, infatti, il modello manzoniano pone sin dall’Introduzione il problema dei rapporti tra la narrativa e la «guerra illustre contro il Tempo», gli esempi successivi (come il romanzo-memoriale di Ippolito Nievo o la narrativa d’appendice, di cui si fornisce qui un esempio con le pagine di Giuseppe Garibaldi) sembrano, a loro modo, offrire diverse declinazioni del racconto storico. Infine, guardando al desanctisiano «disegnarsi» del «nuovo secolo», un secondo percorso critico prende in analisi l’eredità che Manzoni, Nievo e, nel suo piccolo, Garibaldi hanno lasciato agli autori della contemporaneità, da Alberto Moravia a Calvino e Sanguineti.File | Dimensione | Formato | |
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