Il saggio riprende una questione centrale e tuttora aperta in antropologia medica: il concetto di ‘efficacia simbolica’. La capacità dei sistemi simbolici incorporati di guarire, rendere insensibili al dolore – o finanche uccidere – costituisce per de Martino un tema tanto affascinante quanto spinoso. Lo spazio che separa le sue prime riflessioni in merito ne Il mondo magico da quelle più mature nella Terra del rimorso è una distanza essenzialmente etnografica, legata alle sue spedizioni nel Meridione. Sull’altra sponda dell’oceano, riflettendo sulla capacità degli sciamani cuna di guarire attraverso i canti, Lévi-Strauss sviluppava il concetto di ‘efficacité symbolique’. Sono queste le coordinate da cui prende avvio il lungo dibattito antropologico intorno all’efficacia simbolica, ripercorso nei suoi momenti fondamentali. La prima parte del saggio, dedicata al legame tra apparato simbolico e pratiche di guarigione, riprende in particolare le osservazioni demartiniane sui ‘naufragi’ dei tarantati e gli ‘inceppamenti’ del rito per evidenziare ‘l’altra faccia’ dell’efficacia, ovvero il simbolismo non operante e l’azione disintegratrice. Provando a superare la particolare concezione di ‘mondo naturale’ di de Martino, l’autore indica due possibili modi in cui la dimensione ecologica del corpo diventa estensione dell’essere-nel-mondo: da un lato la prospettiva della material agency, in cui il corpo materiale ‘reagisce di rimando alle pratiche culturali; dall’altro lato il riconoscimento di agenti patogeni non-umani, nei confronti dei quali il dispositivo simbolico agisce come mediatore di relazioni inter-soggettive.

Simbolo, sofferenza, cura: considerazioni sull'efficacia simbolica

Nicola Martellozzo
First
2023-01-01

Abstract

Il saggio riprende una questione centrale e tuttora aperta in antropologia medica: il concetto di ‘efficacia simbolica’. La capacità dei sistemi simbolici incorporati di guarire, rendere insensibili al dolore – o finanche uccidere – costituisce per de Martino un tema tanto affascinante quanto spinoso. Lo spazio che separa le sue prime riflessioni in merito ne Il mondo magico da quelle più mature nella Terra del rimorso è una distanza essenzialmente etnografica, legata alle sue spedizioni nel Meridione. Sull’altra sponda dell’oceano, riflettendo sulla capacità degli sciamani cuna di guarire attraverso i canti, Lévi-Strauss sviluppava il concetto di ‘efficacité symbolique’. Sono queste le coordinate da cui prende avvio il lungo dibattito antropologico intorno all’efficacia simbolica, ripercorso nei suoi momenti fondamentali. La prima parte del saggio, dedicata al legame tra apparato simbolico e pratiche di guarigione, riprende in particolare le osservazioni demartiniane sui ‘naufragi’ dei tarantati e gli ‘inceppamenti’ del rito per evidenziare ‘l’altra faccia’ dell’efficacia, ovvero il simbolismo non operante e l’azione disintegratrice. Provando a superare la particolare concezione di ‘mondo naturale’ di de Martino, l’autore indica due possibili modi in cui la dimensione ecologica del corpo diventa estensione dell’essere-nel-mondo: da un lato la prospettiva della material agency, in cui il corpo materiale ‘reagisce di rimando alle pratiche culturali; dall’altro lato il riconoscimento di agenti patogeni non-umani, nei confronti dei quali il dispositivo simbolico agisce come mediatore di relazioni inter-soggettive.
2023
Il filo e la trama. Viaggio nell’opera aperta di Ernesto de Martino
Edizioni Colibrì
Exu
83
98
9788897206880
Ernesto de Martino, efficacia simbolica, antropologia italiana, antropologia culturale, Lévi-Strauss
Nicola Martellozzo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1922670
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