Les cultes à mystères dans l’Empire romain : païens et chrétiens en compétition

Nelle religioni politeiste dell'Antichità, con la loro forte dimensione pubblica e collettiva, i cosiddetti culti “misterici”, riservati a gruppi di iniziati, ebbero per lungo tempo un ruolo limitato, nonostante la fama di alcuni di essi, come i Misteri di Eleusi. Ma sotto l'Impero romano la nozione di misteri sembra aver subito una diffusione senza precedenti, influenzando sia le pratiche religiose sia le modalità di rappresentazione. Questo processo interessò sia i gruppi cristiani sia i culti tradizionali. A partire dalla metà del II secolo, gli autori cristiani cominciarono a utilizzare il vocabolario dei culti misterici per descrivere i propri riti e le proprie credenze, costruendo così una forma di competizione con i sostenitori delle religioni tradizionali. Da questo momento fino alla fine dell'Antichità, i misteri delle religioni politeiste e i nuovi misteri cristiani continuarono a incrociarsi. La nozione di misteri divenne il fulcro delle interazioni tra pagani e cristiani, riflettendo le nuove relazioni di potere politico e religioso che si stavano instaurando nei territori di un impero multiculturale e multireligioso. Questo libro ripercorre questi sviluppi ed esamina il ruolo svolto dal discorso cristiano sui culti misterici “pagani”.