L'articolo riesamina il contesto della prescrizione sibillina che nel 143-140 a.C. si oppose alla costruzione dell'Aqua Marcia a Roma. Particolare attenzione è rivolta alle ragioni che avrebbero motivato l'opposizione alla costruzione di un acquedotto. Queste ragioni non sembrano essere suggerite solo dall'ostilità politica nei confronti di Q. Marcio Re, che pure esisteva e aveva un ruolo molto rilevante, ma potevano dipendere anche da un diverso atteggiamento nei confronti dell'approvvigionamento idrico, o da un programma alternativo. I decemviri sacris faciundis non cercarono di bloccare completamente la costruzione dell'acquedotto, ma puntarono soprattutto a escludere il Campidoglio dal progetto. Un'ipotesi di lavoro riguarda la possibilità che gli scrupoli religiosi dipendessero in parte da una prassi sacrale e giuridica, che limitava lo sviluppo economico in alcuni spazi collettivi della città: un contesto giuridico per certi versi simile a quello che governava le leges luci di età medio-repubblicana, le quali proteggevano la sacralità di alcuni spazi pubblici regolando le attività che vi si potevano svolgere.
Ambiente, politica ed economia nella Roma del II secolo a.C.: Il caso dell'Aqua Marcia
Mattia Balbo
2023-01-01
Abstract
L'articolo riesamina il contesto della prescrizione sibillina che nel 143-140 a.C. si oppose alla costruzione dell'Aqua Marcia a Roma. Particolare attenzione è rivolta alle ragioni che avrebbero motivato l'opposizione alla costruzione di un acquedotto. Queste ragioni non sembrano essere suggerite solo dall'ostilità politica nei confronti di Q. Marcio Re, che pure esisteva e aveva un ruolo molto rilevante, ma potevano dipendere anche da un diverso atteggiamento nei confronti dell'approvvigionamento idrico, o da un programma alternativo. I decemviri sacris faciundis non cercarono di bloccare completamente la costruzione dell'acquedotto, ma puntarono soprattutto a escludere il Campidoglio dal progetto. Un'ipotesi di lavoro riguarda la possibilità che gli scrupoli religiosi dipendessero in parte da una prassi sacrale e giuridica, che limitava lo sviluppo economico in alcuni spazi collettivi della città: un contesto giuridico per certi versi simile a quello che governava le leges luci di età medio-repubblicana, le quali proteggevano la sacralità di alcuni spazi pubblici regolando le attività che vi si potevano svolgere.File | Dimensione | Formato | |
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