La cinematografia di Kim Ki-duk è notoriamente pervasa da rappresentazioni della violenza e da crudi intrecci di relazioni umane, che lui stesso afferma «dominate da meri impulsi». Ma le emanazioni di questa violenza possono essere lette anche in chiave metaforica come espressione del problema della nazione divisa. Pochi critici hanno messo al centro di uno studio dei film di Kim la questione della sua identità per poi collegarla alla crisi identitaria della stessa nazione coreana.
Il prigioniero coreano
giuseppina de nicola
2019-01-01
Abstract
La cinematografia di Kim Ki-duk è notoriamente pervasa da rappresentazioni della violenza e da crudi intrecci di relazioni umane, che lui stesso afferma «dominate da meri impulsi». Ma le emanazioni di questa violenza possono essere lette anche in chiave metaforica come espressione del problema della nazione divisa. Pochi critici hanno messo al centro di uno studio dei film di Kim la questione della sua identità per poi collegarla alla crisi identitaria della stessa nazione coreana.File in questo prodotto:
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