Il capitolo indaga in un’ottica prevalentemente internazionale, una fase di sperimentazione scenica, di laboratorio, di spettacoli e di teorie, che, dalla seconda metà del Novecento, ha segnato profondamente il futuro. Uno dei protagonisti di questo straordinario momento di ripensamento dell’estetica teatrale, Jerzy Grotowski, individuava – dopo la Seconda Guerra Mondiale, nella fase post-brechtiana dei primi anni Sessanta –, nel Living Theatre di New York e, in Polonia, nel suo minuscolo Teatro delle 13 File di Opole, la maturazione di un’autentica Seconda Riforma scenica, che traeva conseguenze dalle istanze della Prima, portata avanti dalle avanguardie del trentennio d’avvio del XX secolo (di cui si parlerà nel prossimo capitolo). Indubbiamente, opere come Mysteries del Living Theatre del 1964 o Il principe costante con la regìa di Grotowski del 1965, i successivi «baratti» di Eugenio Barba, si pongono come pietre miliari sulla strada di un teatro di performance e di presenza dell’attore, restando prospetticamente ispiratrici e feconde di sviluppi. Da questo alveo si sono infatti irradiati impulsi che coinvolgono ancora oggi il teatro di strada, d’ambiente, d’animazione e sociale, di collettivo, fino a uno specifico e originale filone di ricerca all’interno della disciplina antropologica.
Il teatro oltre lo spettacolo
Fabio Acca
First
2023-01-01
Abstract
Il capitolo indaga in un’ottica prevalentemente internazionale, una fase di sperimentazione scenica, di laboratorio, di spettacoli e di teorie, che, dalla seconda metà del Novecento, ha segnato profondamente il futuro. Uno dei protagonisti di questo straordinario momento di ripensamento dell’estetica teatrale, Jerzy Grotowski, individuava – dopo la Seconda Guerra Mondiale, nella fase post-brechtiana dei primi anni Sessanta –, nel Living Theatre di New York e, in Polonia, nel suo minuscolo Teatro delle 13 File di Opole, la maturazione di un’autentica Seconda Riforma scenica, che traeva conseguenze dalle istanze della Prima, portata avanti dalle avanguardie del trentennio d’avvio del XX secolo (di cui si parlerà nel prossimo capitolo). Indubbiamente, opere come Mysteries del Living Theatre del 1964 o Il principe costante con la regìa di Grotowski del 1965, i successivi «baratti» di Eugenio Barba, si pongono come pietre miliari sulla strada di un teatro di performance e di presenza dell’attore, restando prospetticamente ispiratrici e feconde di sviluppi. Da questo alveo si sono infatti irradiati impulsi che coinvolgono ancora oggi il teatro di strada, d’ambiente, d’animazione e sociale, di collettivo, fino a uno specifico e originale filone di ricerca all’interno della disciplina antropologica.File | Dimensione | Formato | |
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