Il capitolo presenta i risultati di una ricerca qualitativa condotta nel 2011 integrandola con riferimenti e conoscenze sedimentate negli anni successivi. La ricerca si proponeva di esplorare, attraverso interviste semi-strutturate, narrative e significati relativi alla percezione e al trattamento delle variazioni intersessuali, sia da parte del personale medico, sia da parte delle persone che avevano avuto una diagnosi di «DSD» (Disorder of Sexual Development). Sono stati intervistati in tutto otto specialisti e undici persone appartenenti a due diverse associazioni di pazienti (AISIA e Klinefelter Italia Onlus). L'indagine ha confermato che, nonostante alcuni cambiamenti avvenuti nelle linee guida internazionali e nella pratica medica grazie alle pressioni dell'attivismo intersex, persiste un certo livello di arbitrarietà nella definizione di quelli che possono essere considerati interventi «necessari» per il bene dei bambini ed esiste ancora una forte discontinuità di trattamento a livello territoriale. Inoltre, in alcuni ospedali vengono ancora effettuati interventi chirurgici precoci su bambine con variazioni intersex. In generale, il contesto italiano è ancora caratterizzato da quel circolo vizioso che lega invisibilità, stigma e normalizzazione dei corpi intersessuali attraverso la biomedicalizzazione.
La medicalizzazione delle differenze intersessuali in Italia
Braida Nicole
2019-01-01
Abstract
Il capitolo presenta i risultati di una ricerca qualitativa condotta nel 2011 integrandola con riferimenti e conoscenze sedimentate negli anni successivi. La ricerca si proponeva di esplorare, attraverso interviste semi-strutturate, narrative e significati relativi alla percezione e al trattamento delle variazioni intersessuali, sia da parte del personale medico, sia da parte delle persone che avevano avuto una diagnosi di «DSD» (Disorder of Sexual Development). Sono stati intervistati in tutto otto specialisti e undici persone appartenenti a due diverse associazioni di pazienti (AISIA e Klinefelter Italia Onlus). L'indagine ha confermato che, nonostante alcuni cambiamenti avvenuti nelle linee guida internazionali e nella pratica medica grazie alle pressioni dell'attivismo intersex, persiste un certo livello di arbitrarietà nella definizione di quelli che possono essere considerati interventi «necessari» per il bene dei bambini ed esiste ancora una forte discontinuità di trattamento a livello territoriale. Inoltre, in alcuni ospedali vengono ancora effettuati interventi chirurgici precoci su bambine con variazioni intersex. In generale, il contesto italiano è ancora caratterizzato da quel circolo vizioso che lega invisibilità, stigma e normalizzazione dei corpi intersessuali attraverso la biomedicalizzazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.