L’articolo prende in considerazione una mostra tenutasi a Roma nel novembre 1960 alla Galleria La Salita e ne analizza il contesto storico-artistico e critico, tentando di verificare se e come essa sia stata un momento rilevante nella discussione sul superamento della pittura informale, nella riscoperta dell’autoreferenzialità della superficie pittorica e nell’affermazione della monocromia. Partendo dunque da 5 pittori – Roma ’60 e da un tentativo di ricostruzione delle opere presentate in tale circostanza da Franco Angeli, Tano Festa, Francesco Lo Savio, Mario Schifano e Giuseppe Uncini, a cui si aggiungono nuove proposte e documenti d’archivio, si esaminano tali problematiche attraverso testimonianze dell’epoca. La riflessione sulla superficie pittorica e il problema della conoscenza degli scritti di Clement Greenberg in Italia sono affrontati attraverso la figura di Toti Scialoja, importante tramite con l’America. Altro riferimento posto a verifica nel testo è quello ad Alberto Burri: constatata una non trascurabile affinità tra le opere degli esordienti e quelle del maestro umbro, si propongono possibili fonti di conoscenza della sua produzione da parte della nuova generazione, in particolare prendendo in considerazione l’attività critica di Emilio Villa. Infine si tenta di fornire una lettura sintetica, ma funzionale delle opere di ciascuno dei cinque pittori, analizzando anche l’influenza del modello americano costituito da Jasper Johns.
5 pittori alla Galleria La Salita: il problema della pittura monocroma a Roma
CASINI G
2012-01-01
Abstract
L’articolo prende in considerazione una mostra tenutasi a Roma nel novembre 1960 alla Galleria La Salita e ne analizza il contesto storico-artistico e critico, tentando di verificare se e come essa sia stata un momento rilevante nella discussione sul superamento della pittura informale, nella riscoperta dell’autoreferenzialità della superficie pittorica e nell’affermazione della monocromia. Partendo dunque da 5 pittori – Roma ’60 e da un tentativo di ricostruzione delle opere presentate in tale circostanza da Franco Angeli, Tano Festa, Francesco Lo Savio, Mario Schifano e Giuseppe Uncini, a cui si aggiungono nuove proposte e documenti d’archivio, si esaminano tali problematiche attraverso testimonianze dell’epoca. La riflessione sulla superficie pittorica e il problema della conoscenza degli scritti di Clement Greenberg in Italia sono affrontati attraverso la figura di Toti Scialoja, importante tramite con l’America. Altro riferimento posto a verifica nel testo è quello ad Alberto Burri: constatata una non trascurabile affinità tra le opere degli esordienti e quelle del maestro umbro, si propongono possibili fonti di conoscenza della sua produzione da parte della nuova generazione, in particolare prendendo in considerazione l’attività critica di Emilio Villa. Infine si tenta di fornire una lettura sintetica, ma funzionale delle opere di ciascuno dei cinque pittori, analizzando anche l’influenza del modello americano costituito da Jasper Johns.File | Dimensione | Formato | |
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