Mentre nel passato il lavoro accademico era presentato come uno degli ambiti occupazionali che più facilmente si conciliava con responsabilità familiari e di cura, ad esempio per la flessibilità oraria, con l’aumento della competitività misurata in termini di produttività quantitativa e la definizione manageriale di eccellenza scientifica nelle culture accademiche occidentali, si registrano crescenti conflitti lavoro-resto della vita anche nel lavoro accademico. In corrispondenza di un aumento della presenza delle donne come lavoratrici nelle università, diversi studi dagli anni ‘90 hanno evidenziato una connessione tra difficoltà di conciliazione e professione e un diverso impatto di queste difficoltà tra uomini e donne sulle carriere accademiche anche in Italia. Questo capitolo analizza le strategie attuate da uomini e donne nell’accademia italiana per raggiungere l'equilibrio lavoro-resto della vita e le loro ripercussioni in termini di carriera accademica. Quali strategie e strumenti di conciliazione sono utilizzati? E quali favoriscono l’equilibrio tra vita lavorativa in accademia e resto della vita, dal punto di vista del benessere, della riduzione dello stress lavoro-correlato, dell’ingresso e degli avanzamenti di carriera? Quali supporti alla conciliazione sono più apprezzati o auspicati dai partecipanti allo studio? L’analisi si basa su 127 interviste con ricercatori/trici all’inizio della carriera accademia e con professori/esse associati/e e con testimoni qualificati realizzate nel 2021 in quattro Atenei italiani nell’ambito di discipline STEM e SSH. Il quadro che emerge dall’analisi delle interviste suggerisce che diverse risorse a livello individuale (familiare) e istituzionale sono messe in campo e che le strategie variano innanzitutto in base al genere, a seconda delle risorse socio-economiche e del livello di carriera, oltre che in base al settore disciplinare, mentre sono simili in atenei di ampiezza diversa. Alcuni ricercatori e ricercatrici posticipano o rinunciano a diventare genitore. Altri/e riescono a ridurre il livello di stress lavoro-correlato, ma pagano il costo di progressioni di carriera più lente. L'intensificazione delle richieste di lavoro, così come le caratteristiche del lavoro, ad esempio il lavoro in orari asociali (sera, notte, week-end), possono entrare in conflitto con la vita al di fuori del lavoro, inclusi, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, gli impegni di cura ad altri familiari, il tempo per i rapporti amicali, il tempo per la cura di sé, la partecipazione alla vita politica e di comunità. La crescente prevalenza della tecnologia che consente lavoro da remoto può esacerbare questo conflitto: intervistati e intervistate rappresentano nuove consapevolezze in questo senso, avanzando anche differenti proposte di policy.
Tempi di vita in accademia: vita privata, familiare e lavorativa tra interferenze e conciliazione
Manuela Naldini
First
;Arianna Santero;
2023-01-01
Abstract
Mentre nel passato il lavoro accademico era presentato come uno degli ambiti occupazionali che più facilmente si conciliava con responsabilità familiari e di cura, ad esempio per la flessibilità oraria, con l’aumento della competitività misurata in termini di produttività quantitativa e la definizione manageriale di eccellenza scientifica nelle culture accademiche occidentali, si registrano crescenti conflitti lavoro-resto della vita anche nel lavoro accademico. In corrispondenza di un aumento della presenza delle donne come lavoratrici nelle università, diversi studi dagli anni ‘90 hanno evidenziato una connessione tra difficoltà di conciliazione e professione e un diverso impatto di queste difficoltà tra uomini e donne sulle carriere accademiche anche in Italia. Questo capitolo analizza le strategie attuate da uomini e donne nell’accademia italiana per raggiungere l'equilibrio lavoro-resto della vita e le loro ripercussioni in termini di carriera accademica. Quali strategie e strumenti di conciliazione sono utilizzati? E quali favoriscono l’equilibrio tra vita lavorativa in accademia e resto della vita, dal punto di vista del benessere, della riduzione dello stress lavoro-correlato, dell’ingresso e degli avanzamenti di carriera? Quali supporti alla conciliazione sono più apprezzati o auspicati dai partecipanti allo studio? L’analisi si basa su 127 interviste con ricercatori/trici all’inizio della carriera accademia e con professori/esse associati/e e con testimoni qualificati realizzate nel 2021 in quattro Atenei italiani nell’ambito di discipline STEM e SSH. Il quadro che emerge dall’analisi delle interviste suggerisce che diverse risorse a livello individuale (familiare) e istituzionale sono messe in campo e che le strategie variano innanzitutto in base al genere, a seconda delle risorse socio-economiche e del livello di carriera, oltre che in base al settore disciplinare, mentre sono simili in atenei di ampiezza diversa. Alcuni ricercatori e ricercatrici posticipano o rinunciano a diventare genitore. Altri/e riescono a ridurre il livello di stress lavoro-correlato, ma pagano il costo di progressioni di carriera più lente. L'intensificazione delle richieste di lavoro, così come le caratteristiche del lavoro, ad esempio il lavoro in orari asociali (sera, notte, week-end), possono entrare in conflitto con la vita al di fuori del lavoro, inclusi, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, gli impegni di cura ad altri familiari, il tempo per i rapporti amicali, il tempo per la cura di sé, la partecipazione alla vita politica e di comunità. La crescente prevalenza della tecnologia che consente lavoro da remoto può esacerbare questo conflitto: intervistati e intervistate rappresentano nuove consapevolezze in questo senso, avanzando anche differenti proposte di policy.File | Dimensione | Formato | |
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