Il contributo esamina congiuntamente i due “scudi” della responsabilità – penale ed erariale - dei funzionari pubblici introdotti con il cd. “Decreto Semplificazioni”, approfondendo le ragioni della loro introduzione e le criticità emerse a distanza di tre anni per coglierne i punti di contatto. Se da un lato lo scudo penale – la riforma dell’abuso d’ufficio – si proponeva, nelle intenzioni del legislatore dell’emergenza da Covid-19, quale intervento definitivo, da altro lato lo scudo erariale – la limitazione dell’elemento soggettivo al dolo, con l’esclusione della colpa grave, negli illeciti erariali commissivi – è stata introdotta come misura temporanea. Eppure, a distanza di tre anni da tali interventi, si assiste ad una inarrestabile tensione tra legislatore e giurisprudenza e a molteplici disegni di legge che propongono la riformulazione o la definitiva abrogazione dell’abuso d’ufficio. Per quanto concerne il versante amministrativo-contabile, le tre proroghe che già si sono susseguite fanno legittimamente dubitare (non senza perplessità) della temporaneità dello scudo erariale. Il contributo evidenzia inoltre il cambio di paradigma da una de-responsabilizzazione degli amministratori alla contestuale opposta responsabilizzazione degli amministrati, prospetta eventuali antidoti alternativi al fenomeno della cd. “burocrazia difensiva” e auspica una più sinergica integrazione tra i due settori dell’ordinamento, quello amministrativo e penale, nei contesti in cui essi vengono inevitabilmente a sovrapporsi.
La magmaticità degli “scudi” della responsabilità dei funzionari pubblici: la fragilità dell’abuso d’ufficio e la chimera della temporaneità dello “scudo erariale”
Emanuela Andreis
2023-01-01
Abstract
Il contributo esamina congiuntamente i due “scudi” della responsabilità – penale ed erariale - dei funzionari pubblici introdotti con il cd. “Decreto Semplificazioni”, approfondendo le ragioni della loro introduzione e le criticità emerse a distanza di tre anni per coglierne i punti di contatto. Se da un lato lo scudo penale – la riforma dell’abuso d’ufficio – si proponeva, nelle intenzioni del legislatore dell’emergenza da Covid-19, quale intervento definitivo, da altro lato lo scudo erariale – la limitazione dell’elemento soggettivo al dolo, con l’esclusione della colpa grave, negli illeciti erariali commissivi – è stata introdotta come misura temporanea. Eppure, a distanza di tre anni da tali interventi, si assiste ad una inarrestabile tensione tra legislatore e giurisprudenza e a molteplici disegni di legge che propongono la riformulazione o la definitiva abrogazione dell’abuso d’ufficio. Per quanto concerne il versante amministrativo-contabile, le tre proroghe che già si sono susseguite fanno legittimamente dubitare (non senza perplessità) della temporaneità dello scudo erariale. Il contributo evidenzia inoltre il cambio di paradigma da una de-responsabilizzazione degli amministratori alla contestuale opposta responsabilizzazione degli amministrati, prospetta eventuali antidoti alternativi al fenomeno della cd. “burocrazia difensiva” e auspica una più sinergica integrazione tra i due settori dell’ordinamento, quello amministrativo e penale, nei contesti in cui essi vengono inevitabilmente a sovrapporsi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
ANDREIS E., La magmaticità degli scudi della responsabilità.pdf
Accesso aperto
Tipo di file:
PDF EDITORIALE
Dimensione
909.48 kB
Formato
Adobe PDF
|
909.48 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.