Il testo analizza temi e metodologie di ricerca del volume Leggere in Europa. Testi, forme, pratiche (secoli XVIII-XXI), risultato di un progetto di ricerca sulla lettura che è stato caratterizzato dal dialogo intenso e fecondo tra studiosi di formazione diversa: storici, sociologi, storici del libro, della letteratura e studiosi di digital humanities. Il volume intende ricostruire, in un ambito europeo, i contesti interpretativi, ideologici e materiali che hanno orientato le proposte di alcuni editori, l’attività di alcuni gruppi lettori e la loro “appropriazione” dei testi, con la consapevolezza dei limiti di tale ricostruzione. Come hanno messo in luce sia Robert Darnton, sia Roger Chartier, è alto il rischio di frammentare le ricerche in tanti case studies senza collegamento tra di loro. Consapevoli di tali difficoltà, si è tentato di navigare nel modo migliore possibile fra questi scogli, fra studi di casi e prospettive di approccio particolari, che però cercano tutti di evidenziare punti di convergenza e collegamenti con una storia comune della lettura in Europa, che va dal XVIII secolo ai nostri giorni. Alla base di questa attenzione c’è, da un lato, la constatazione della necessità di un approccio comparativo che consideri la lettura come attività paneuropea segnata dalla diversità delle lingue e delle culture, ma anche da forti somiglianze e comunanze tra le rispettive pratiche nei diversi contesti. Dall’altra parte, c'è la percezione che le nuove tecnologie stiano cambiando – o addirittura sconvolgendo – le nostre abitudini e i nostri contesti di lettura, mettendo profondamente in discussione l'idea, finora consolidata, che autori, editori e lettori condividano una comprensione comune dei codici culturali inscritti nei testi.

Introduzione

L. Braida;
2023-01-01

Abstract

Il testo analizza temi e metodologie di ricerca del volume Leggere in Europa. Testi, forme, pratiche (secoli XVIII-XXI), risultato di un progetto di ricerca sulla lettura che è stato caratterizzato dal dialogo intenso e fecondo tra studiosi di formazione diversa: storici, sociologi, storici del libro, della letteratura e studiosi di digital humanities. Il volume intende ricostruire, in un ambito europeo, i contesti interpretativi, ideologici e materiali che hanno orientato le proposte di alcuni editori, l’attività di alcuni gruppi lettori e la loro “appropriazione” dei testi, con la consapevolezza dei limiti di tale ricostruzione. Come hanno messo in luce sia Robert Darnton, sia Roger Chartier, è alto il rischio di frammentare le ricerche in tanti case studies senza collegamento tra di loro. Consapevoli di tali difficoltà, si è tentato di navigare nel modo migliore possibile fra questi scogli, fra studi di casi e prospettive di approccio particolari, che però cercano tutti di evidenziare punti di convergenza e collegamenti con una storia comune della lettura in Europa, che va dal XVIII secolo ai nostri giorni. Alla base di questa attenzione c’è, da un lato, la constatazione della necessità di un approccio comparativo che consideri la lettura come attività paneuropea segnata dalla diversità delle lingue e delle culture, ma anche da forti somiglianze e comunanze tra le rispettive pratiche nei diversi contesti. Dall’altra parte, c'è la percezione che le nuove tecnologie stiano cambiando – o addirittura sconvolgendo – le nostre abitudini e i nostri contesti di lettura, mettendo profondamente in discussione l'idea, finora consolidata, che autori, editori e lettori condividano una comprensione comune dei codici culturali inscritti nei testi.
2023
Leggere in Europa. Testi, forme, pratiche (secoli XVIII-XXI)
Carocci
13
27
978-88-290-1768-3
Lettura; Europa; pratiche; "rivoluzioni" della lettura; lettori; editori; materialità delle edizioni; ricezione
L. Braida; B. Ouvry-Vial
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