I cimiteri, «luoghi del lavoro del lutto» (Vovelle, 2000), offrono spunti importanti per riflettere sul legame tra la memoria, il presente e gli spazi. È nella loro materialità, nell’organizzazione delle sepolture e delle lapidi, che prendono forma processi di memoria e di oblio (Favole, 2003). Il Cimitero delle Vittime del Vajont è in tal senso emblematico. Luogo su cui nel tempo hanno agito diverse retoriche e politiche della memoria, è da anni al centro di scontri e dibattiti tra istituzioni e superstiti. Nato nei giorni successivi all’onda, il cimitero ha sin da subito svolto un ruolo fondamentale nel mantenere vivo il legame con i propri morti e con il ricordo di un’intera comunità scomparsa. Il rifacimento totale del 2003 lo ha trasformato da tradizionale cimitero alpino a monumento alla memoria, mutandone per sempre la funzione sociale: da luogo di incontro con i cari defunti a sacrario civile dalle finalità pedagogiche. La rimozione di fotografie, fiori ed epitaffi provoca un senso di smarrimento nella comunità, che stenta a riconoscere come proprio questo luogo. Ma il cimitero non è l’unico luogo dove commemorare i propri morti: vi sono vie alternative per il ricordo e il commiato, che i superstiti percorrono per resistere al rischio dell’oblio.
"È stata un'altra perdita per noi". Il Cimitero delle vittime del Vajont, materia di conflitto
Calzana C
2022-01-01
Abstract
I cimiteri, «luoghi del lavoro del lutto» (Vovelle, 2000), offrono spunti importanti per riflettere sul legame tra la memoria, il presente e gli spazi. È nella loro materialità, nell’organizzazione delle sepolture e delle lapidi, che prendono forma processi di memoria e di oblio (Favole, 2003). Il Cimitero delle Vittime del Vajont è in tal senso emblematico. Luogo su cui nel tempo hanno agito diverse retoriche e politiche della memoria, è da anni al centro di scontri e dibattiti tra istituzioni e superstiti. Nato nei giorni successivi all’onda, il cimitero ha sin da subito svolto un ruolo fondamentale nel mantenere vivo il legame con i propri morti e con il ricordo di un’intera comunità scomparsa. Il rifacimento totale del 2003 lo ha trasformato da tradizionale cimitero alpino a monumento alla memoria, mutandone per sempre la funzione sociale: da luogo di incontro con i cari defunti a sacrario civile dalle finalità pedagogiche. La rimozione di fotografie, fiori ed epitaffi provoca un senso di smarrimento nella comunità, che stenta a riconoscere come proprio questo luogo. Ma il cimitero non è l’unico luogo dove commemorare i propri morti: vi sono vie alternative per il ricordo e il commiato, che i superstiti percorrono per resistere al rischio dell’oblio.File | Dimensione | Formato | |
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