Il contributo esplora la rappresentazione di Dante e della Divina Commedia nel cinema muto italiano, sottolineando come il poeta e la sua opera siano stati fonte d’ispirazione per diversi film tra il 1908 e il 1922. Il corpus di film danteschi del cinema muto italiano comprende adattamenti diretti del viaggio ultraterreno di Dante, opere ispirate ai personaggi della Commedia e film biografici che ricostruiscono momenti della vita del poeta. Queste produzioni mescolano narrazione e visione, vita e poesia, creando un'ibridazione narrativa che fonde eventi storici, invenzione poetica e rappresentazione visiva. In particolare, La Divina Commedia. Inferno (1911) si distingue come il progetto più ambizioso, caratterizzato da una forte componente visiva ispirata alle illustrazioni di Gustave Doré. Il saggio approfondisce anche la dialettica tra cultura alta e cultura popolare, parola e immagine, narrazione e visione. Se da un lato il cinema muto privava il pubblico della parola poetica, dall’altro offriva una potente esperienza visiva che reinterpretava l’immaginario dantesco, rendendo l’opera accessibile a un pubblico più ampio. L’interazione tra cinema e Divina Commedia ha quindi contribuito a legittimare il nuovo medium come arte visiva, offrendo una lettura innovativa del testo dantesco.
Les visions merveilleuses. Dante et sa Comédie dans le cinéma muet italien
Silvio Alovisio
2024-01-01
Abstract
Il contributo esplora la rappresentazione di Dante e della Divina Commedia nel cinema muto italiano, sottolineando come il poeta e la sua opera siano stati fonte d’ispirazione per diversi film tra il 1908 e il 1922. Il corpus di film danteschi del cinema muto italiano comprende adattamenti diretti del viaggio ultraterreno di Dante, opere ispirate ai personaggi della Commedia e film biografici che ricostruiscono momenti della vita del poeta. Queste produzioni mescolano narrazione e visione, vita e poesia, creando un'ibridazione narrativa che fonde eventi storici, invenzione poetica e rappresentazione visiva. In particolare, La Divina Commedia. Inferno (1911) si distingue come il progetto più ambizioso, caratterizzato da una forte componente visiva ispirata alle illustrazioni di Gustave Doré. Il saggio approfondisce anche la dialettica tra cultura alta e cultura popolare, parola e immagine, narrazione e visione. Se da un lato il cinema muto privava il pubblico della parola poetica, dall’altro offriva una potente esperienza visiva che reinterpretava l’immaginario dantesco, rendendo l’opera accessibile a un pubblico più ampio. L’interazione tra cinema e Divina Commedia ha quindi contribuito a legittimare il nuovo medium come arte visiva, offrendo una lettura innovativa del testo dantesco.File | Dimensione | Formato | |
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