Argomento del saggio è la memoria azionista della Seconda guerra mondiale, più specificamente della dimensione internazionale e globale del conflitto: non la memoria della Resistenza, quindi, già abbondantemente studiata, bensì quella della guerra combattuta al di là dei confini nazionali, da attori in gran parte non italiani. Da un ampio corpus di fonti edite – principalmente memorie, saggi, articoli di giornale – emergono alcuni tratti distintivi della memoria collettiva elaborata dagli ex membri di GL e del PdA: l’idea della guerra giusta in primo luogo, della lotta contro il principio negativo fascista; un rapporto contrastato con le memorie alleate, in particolare angloamericane, a volte accolte con una certa ostilità risalente alle tensioni e alle polemiche degli anni bellici, più spesso fatte proprie anche con entusiasmo; i riflessi della guerra fredda e della divisione in blocchi, con la conseguente marginalizzazione delle memorie sovietiche; soprattutto, la dimensione mitica del racconto, la funzione fondante dell’ordine politico, morale, sociale del dopoguerra che la memoria del conflitto ebbe per quasi tutti gli ex-militanti e dirigenti del Partito d’Azione.
«Più che una guerra tra nazioni, una guerra civile»: la guerra mondiale nelle memorie degli azionisti
Daniele Pipitone
First
2024-01-01
Abstract
Argomento del saggio è la memoria azionista della Seconda guerra mondiale, più specificamente della dimensione internazionale e globale del conflitto: non la memoria della Resistenza, quindi, già abbondantemente studiata, bensì quella della guerra combattuta al di là dei confini nazionali, da attori in gran parte non italiani. Da un ampio corpus di fonti edite – principalmente memorie, saggi, articoli di giornale – emergono alcuni tratti distintivi della memoria collettiva elaborata dagli ex membri di GL e del PdA: l’idea della guerra giusta in primo luogo, della lotta contro il principio negativo fascista; un rapporto contrastato con le memorie alleate, in particolare angloamericane, a volte accolte con una certa ostilità risalente alle tensioni e alle polemiche degli anni bellici, più spesso fatte proprie anche con entusiasmo; i riflessi della guerra fredda e della divisione in blocchi, con la conseguente marginalizzazione delle memorie sovietiche; soprattutto, la dimensione mitica del racconto, la funzione fondante dell’ordine politico, morale, sociale del dopoguerra che la memoria del conflitto ebbe per quasi tutti gli ex-militanti e dirigenti del Partito d’Azione.File | Dimensione | Formato | |
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