L’analisi dei conflitti bellici attraverso una lente energetica, o l’indagine sulle strette relazioni tra energia e guerra, è abbastanza comune nella letteratura politologica e delle relazioni internazionali). Tuttavia, queste analisi sono state spesso troppo caratterizzate da una visione “realista” delle relazioni e dei conflitti regionali e globali influenzata dalla persistenza degli stati nazione in quanto attori centrali che si disputavano con le armi la rendita dell’energia fossile, ma all’interno di un ordine ancora non scosso dalle rivalità del presente. I conflitti attuali meritano un più attento trattamento critico inserendoli nella più ampia cornice che abbraccia contemporaneamente l’imprevedibile e sussultante transizione energetica globale, e la crisi di accumulazione del geo-capitalismo, aprendo scenari che non solo allarmano i differenti capitalismi fossili ‒ privati e statali ‒ che vi si oppongono in modi più o meno evidenti – capitalismo russo, statunitense, europeo, cinese, arabo, latino-americano – ma che mettono in moto anche altri attori non statali quali minoranze etniche, religiose, secessioniste, che sono ormai entrate nella contesa per la distribuzione della rendita fossile.
Capitalismo fossile, militarismo e guerra. Conflitti della deep transition
Dario Padovan;
2024-01-01
Abstract
L’analisi dei conflitti bellici attraverso una lente energetica, o l’indagine sulle strette relazioni tra energia e guerra, è abbastanza comune nella letteratura politologica e delle relazioni internazionali). Tuttavia, queste analisi sono state spesso troppo caratterizzate da una visione “realista” delle relazioni e dei conflitti regionali e globali influenzata dalla persistenza degli stati nazione in quanto attori centrali che si disputavano con le armi la rendita dell’energia fossile, ma all’interno di un ordine ancora non scosso dalle rivalità del presente. I conflitti attuali meritano un più attento trattamento critico inserendoli nella più ampia cornice che abbraccia contemporaneamente l’imprevedibile e sussultante transizione energetica globale, e la crisi di accumulazione del geo-capitalismo, aprendo scenari che non solo allarmano i differenti capitalismi fossili ‒ privati e statali ‒ che vi si oppongono in modi più o meno evidenti – capitalismo russo, statunitense, europeo, cinese, arabo, latino-americano – ma che mettono in moto anche altri attori non statali quali minoranze etniche, religiose, secessioniste, che sono ormai entrate nella contesa per la distribuzione della rendita fossile.File | Dimensione | Formato | |
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