Dante’s articulate and sometimes critical attitude towards the academic community is evident in several of his works, specifically in Paradiso. To understand the actual extent of this ‘anti-academic’ attitude, this study considers the magistri of the higher schools and the holders of university chairs to observe their position regarding the Commedia. The study aims to ascertain whether the poem was regarded as a teaching text in the 14th and 15th centuries, and particularly whether it was re-ferred to in the textual hermeneutics practiced in lectio. The analysis examined the utilization of the Commedia within schools and universities as an authoritative text in the commentary on the canon of the auctores maiores. The inclusion of Dante’s glosses in various manuscripts recalled to provide erudite data, lexical interpretations, exempla, and sententiae, reflects the progressive integration of the poem within the academic community. This integration signifies its acknowledgment among the auctores employed in exegetical practices, a phenomenon observed across various geographical regions as evidenced by the analyzed manuscripts. La posizione articolata e, a tratti, critica di Dante nei confronti del mondo accademico emerge da diverse sue opere ed è particolarmente evidente nel Paradiso. Per comprendere la reale portata di questo atteggiamento “antiaccademico”, nel presente articolo si è voluto assumere la prospettiva dei magistri delle scuole di livello superiore e i titolari delle cattedre universitarie e osservare come questi si siano posti nei confronti della Commedia. L’intento è stato quindi quello di esaminare se il poema nei secoli XIV-XV sia stato ritenuto o meno un testo impiegato nelle pratiche di insegnamento, in particolare se venne assunto come opera di riferimento nell’ermeneutica testuale praticata nella lectio. Questo processo è stato verificato analizzando l’impiego della Commedia nella scuola e nelle università come autorevole testo nel commento al canone degli auctores maiores. La presenza in diversi manoscritti di glosse dantesche, richiamate per fornire dati eruditi, interpretazioni lessicali, exempla e sententia, indica la graduale assimilazione del poema al mondo accademico e la sua omologazione tra le auctoritates impiegate nelle pratiche esegetiche, processo qui considerato nelle diverse aree geografiche attestate dai manoscritti analizzati.

“Dantes dicit.” Notes on Dante as auctoritas in the Medieval Academic Community

Paolo Rosso
2024-01-01

Abstract

Dante’s articulate and sometimes critical attitude towards the academic community is evident in several of his works, specifically in Paradiso. To understand the actual extent of this ‘anti-academic’ attitude, this study considers the magistri of the higher schools and the holders of university chairs to observe their position regarding the Commedia. The study aims to ascertain whether the poem was regarded as a teaching text in the 14th and 15th centuries, and particularly whether it was re-ferred to in the textual hermeneutics practiced in lectio. The analysis examined the utilization of the Commedia within schools and universities as an authoritative text in the commentary on the canon of the auctores maiores. The inclusion of Dante’s glosses in various manuscripts recalled to provide erudite data, lexical interpretations, exempla, and sententiae, reflects the progressive integration of the poem within the academic community. This integration signifies its acknowledgment among the auctores employed in exegetical practices, a phenomenon observed across various geographical regions as evidenced by the analyzed manuscripts. La posizione articolata e, a tratti, critica di Dante nei confronti del mondo accademico emerge da diverse sue opere ed è particolarmente evidente nel Paradiso. Per comprendere la reale portata di questo atteggiamento “antiaccademico”, nel presente articolo si è voluto assumere la prospettiva dei magistri delle scuole di livello superiore e i titolari delle cattedre universitarie e osservare come questi si siano posti nei confronti della Commedia. L’intento è stato quindi quello di esaminare se il poema nei secoli XIV-XV sia stato ritenuto o meno un testo impiegato nelle pratiche di insegnamento, in particolare se venne assunto come opera di riferimento nell’ermeneutica testuale praticata nella lectio. Questo processo è stato verificato analizzando l’impiego della Commedia nella scuola e nelle università come autorevole testo nel commento al canone degli auctores maiores. La presenza in diversi manoscritti di glosse dantesche, richiamate per fornire dati eruditi, interpretazioni lessicali, exempla e sententia, indica la graduale assimilazione del poema al mondo accademico e la sua omologazione tra le auctoritates impiegate nelle pratiche esegetiche, processo qui considerato nelle diverse aree geografiche attestate dai manoscritti analizzati.
2024
13
3, n. 85
1
20
https://www.mdpi.com/2076-0787/13/3/85
Dante, Divine Comedy, knowledge, authority, commentaries on classical Latin authors, medieval universities, Commento agli autori classici, Università nel medioevo
Paolo Rosso
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