Il capitolo inquadra "danni" e "crimini" ambientali nel nesso tra rifiuti, economia e società, incrociando il campo teorico della green criminology con la letteratura sui crimini d'impresa, l'ecologia politica e la giustizia ambientale. Si parte dalla natura come oggetto di scambio di mercato indagandone la political economy, ricostruendo gli assetti istituzionali, gli interessi e i meccanismi che regolano la distribuzione e lo sfruttamento delle risorse nei mercati connotati da forti esternalità negative, anche in riferimento alla criminalità organizzata. Si prosegue approfondendo la questione del danno ambientale e del suo riconoscimento in rapporto all'ecologia politica, ovvero alle asimmetrie di potere nella definizione ufficiale del danno e del crimine, o ai processi socio-politici che presiedono alla definizione di quale danno possa essere considerato crimine. Alle controversie territoriali attorno ad opere sgradite o a controversi processi di deindustrializzazione, si affianca l’ampia casistica di slow disasters, forme di violenza lenta e occulta da contaminazione industriale, che produce processi di vittimizzazione ambientale su larga scala e alimenta conflitti ecologici distributivi. Qui si registrano forme diverse di giudiziarizzazione del conflitto ambientale, cui si affiancano le esperienze globali di climate litigation. Le riflessioni conclusive vertono sull'esperienza della vittimizzazione, ovvero sulle conseguenze sociali dei danni ambientali nelle comunità contaminate e sul ruolo della mobilitazione, anche in sede di processo penale, come veicolo di elaborazione collettiva del danno e del crimine.
Rifiuti, economia e società. Crimini, danni e vittime ambientali nell'era degli scarti
MARTONE Vittorio
2024-01-01
Abstract
Il capitolo inquadra "danni" e "crimini" ambientali nel nesso tra rifiuti, economia e società, incrociando il campo teorico della green criminology con la letteratura sui crimini d'impresa, l'ecologia politica e la giustizia ambientale. Si parte dalla natura come oggetto di scambio di mercato indagandone la political economy, ricostruendo gli assetti istituzionali, gli interessi e i meccanismi che regolano la distribuzione e lo sfruttamento delle risorse nei mercati connotati da forti esternalità negative, anche in riferimento alla criminalità organizzata. Si prosegue approfondendo la questione del danno ambientale e del suo riconoscimento in rapporto all'ecologia politica, ovvero alle asimmetrie di potere nella definizione ufficiale del danno e del crimine, o ai processi socio-politici che presiedono alla definizione di quale danno possa essere considerato crimine. Alle controversie territoriali attorno ad opere sgradite o a controversi processi di deindustrializzazione, si affianca l’ampia casistica di slow disasters, forme di violenza lenta e occulta da contaminazione industriale, che produce processi di vittimizzazione ambientale su larga scala e alimenta conflitti ecologici distributivi. Qui si registrano forme diverse di giudiziarizzazione del conflitto ambientale, cui si affiancano le esperienze globali di climate litigation. Le riflessioni conclusive vertono sull'esperienza della vittimizzazione, ovvero sulle conseguenze sociali dei danni ambientali nelle comunità contaminate e sul ruolo della mobilitazione, anche in sede di processo penale, come veicolo di elaborazione collettiva del danno e del crimine.| File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Crimini, danni e vittime ambientali nell'era degli scarti
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