La casa editrice Adelphi nacque a Milano nel 1962, ma le sue origini possono essere rintracciate dalla fine degli anni Trenta. È quanto emerge dal libro di Anna Ferrando, Adelphi. Le origini di una casa editrice (1938-1994), (Carocci, 2023), in cui l’autrice analizza un progetto che matura con il tempo e non è da ricondurre a un unico fondatore, ma alle diverse anime legate da un dialogo fecondo, avviato nei circuiti antifascisti, a cui parteciparono Luciano Foà, Roberto Bazlen, detto Bobi, Alberto Zevi e, dall’inizio degli anni’60, Roberto Calasso. Il catalogo realizzato da Adelphi dal 1962 mostra, sin dal primo decennio di attività, una forte attenzione al mondo mitteleuropeo, la ricerca di opere in cui si esalta l’importanza dell’esperienza individuale, dalla scoperta della psicanalisi grazie all’apporto dello psicanalista junghiano Ernst Bernhard, e ancora dalla pubblicazione dell’opera omnia di Nietzsche, oltreché i tanti libri “unici”, come li definiva Bobi Bazlen. Ma molte di quelle scelte oculate ed innovative avevano a che fare con anni precedenti al 1962, e il loro humus d’origine emerge proprio dagli archivi di Foà, Zevi e altri collaboratori e collaboratrici dell’Adelphi, mettendo in discussione la narrazione mitica di un’impresa che Roberto Calasso, con il passare degli anni, aveva fatto coincidere con la sua persona, come emerge dalle sue opere autobiografiche, a partire dall’Impronta dell’editore (2013).
«La memoria fa strani scherzi». La casa editrice Adelphi e il mito delle origini
L. Braida
2024-01-01
Abstract
La casa editrice Adelphi nacque a Milano nel 1962, ma le sue origini possono essere rintracciate dalla fine degli anni Trenta. È quanto emerge dal libro di Anna Ferrando, Adelphi. Le origini di una casa editrice (1938-1994), (Carocci, 2023), in cui l’autrice analizza un progetto che matura con il tempo e non è da ricondurre a un unico fondatore, ma alle diverse anime legate da un dialogo fecondo, avviato nei circuiti antifascisti, a cui parteciparono Luciano Foà, Roberto Bazlen, detto Bobi, Alberto Zevi e, dall’inizio degli anni’60, Roberto Calasso. Il catalogo realizzato da Adelphi dal 1962 mostra, sin dal primo decennio di attività, una forte attenzione al mondo mitteleuropeo, la ricerca di opere in cui si esalta l’importanza dell’esperienza individuale, dalla scoperta della psicanalisi grazie all’apporto dello psicanalista junghiano Ernst Bernhard, e ancora dalla pubblicazione dell’opera omnia di Nietzsche, oltreché i tanti libri “unici”, come li definiva Bobi Bazlen. Ma molte di quelle scelte oculate ed innovative avevano a che fare con anni precedenti al 1962, e il loro humus d’origine emerge proprio dagli archivi di Foà, Zevi e altri collaboratori e collaboratrici dell’Adelphi, mettendo in discussione la narrazione mitica di un’impresa che Roberto Calasso, con il passare degli anni, aveva fatto coincidere con la sua persona, come emerge dalle sue opere autobiografiche, a partire dall’Impronta dell’editore (2013).File | Dimensione | Formato | |
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