Pasquale Stanislao Mancini, fuggito dal Regno di Napoli nel 1849 e accolto a Torino, fu uno dei primi grandi avvocati in Italia a vestire, allo stesso tempo, la toga accademica e quella forense. Il saggio intende indagare quest’ultimo aspetto, sottolineando il tentativo di Mancini – convinto sostenitore dell’abolizione della pena di morte – di salvare come avvocato i suoi clienti dalla pena capitale attraverso la sua abilità retorica.
Due «gioielli dell’eloquenza del foro» di Pasquale Stanislao Mancini, avvocato penalista
Mario Riberi
2024-01-01
Abstract
Pasquale Stanislao Mancini, fuggito dal Regno di Napoli nel 1849 e accolto a Torino, fu uno dei primi grandi avvocati in Italia a vestire, allo stesso tempo, la toga accademica e quella forense. Il saggio intende indagare quest’ultimo aspetto, sottolineando il tentativo di Mancini – convinto sostenitore dell’abolizione della pena di morte – di salvare come avvocato i suoi clienti dalla pena capitale attraverso la sua abilità retorica.File in questo prodotto:
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