Tra le varie dimensioni d’analisi del sistema politico italiano, la connessione tra sistema partitico e sistema di governo è stata una delle più affrontate in letteratura. A fronte di una Prima Repubblica nella quale un grande partito di centro, insieme ai suoi alleati, ha consecutivamente occupato tutte le cariche ministeriali per l’intero cinquantennio di riferimento (1946-1994), mai concretamente sfidato da forze partitiche potenzialmente alternative, la cosiddetta «Seconda Repubblica» è nata invece sulle ceneri della completa destrutturazione del vecchio sistema partitico, ed è stata da subito contraddistinta, al livello del sistema di governo, dall’avvento di una competizione bipolare tra coalizioni mutuamente esclusive che ambivano entrambe, legittimamente e con credibili aspettative di successo, alla conquista del potere esecutivo. Se quanto appena ricordato corrisponde a verità, risulta davvero incomprensibile come il fenomeno dell’alternanza di governo, soprattutto in Italia (ma non solo), abbia ricevuto così poca attenzione da parte della letteratura politologica: da questo punto di vista, infatti, il caso italiano, nel passaggio tra Prima e Seconda Repubblica, appare davvero paradigmatico. È noto come l’Italia della Prima Repubblica abbia espresso, al contempo, il massimo turnover dei governi (la cui durata media, tra 1946 e 1994, non arriva a 11 mesi) e la massima stabilità delle coalizioni di governo. Questo apparente paradosso, da varie parti individuato tra i tratti caratterizzanti della più volte espressa «eccezionalità» italiana, è facilmente spiegabile sulla base del richiamato rapporto tra sistema elettorale, sistema partitico e sistema di governo. Tale consuetudine è radicalmente mutata a partire dal 1994, con l’aumento della «decisività» delle consultazioni elettorali, a sua volta determinato da un nuovo sistema elettorale che ha bipolarizzato la competizione politico-partitica. Il risultato è stato che l’alternanza di governo, da fenomeno mai sperimentato quale era, si è invece prodotta ad ogni elezione politica nazionale.
Italia: dal pluralismo polarizzato all’alternanza «esagerata»
A. Pritoni
2011-01-01
Abstract
Tra le varie dimensioni d’analisi del sistema politico italiano, la connessione tra sistema partitico e sistema di governo è stata una delle più affrontate in letteratura. A fronte di una Prima Repubblica nella quale un grande partito di centro, insieme ai suoi alleati, ha consecutivamente occupato tutte le cariche ministeriali per l’intero cinquantennio di riferimento (1946-1994), mai concretamente sfidato da forze partitiche potenzialmente alternative, la cosiddetta «Seconda Repubblica» è nata invece sulle ceneri della completa destrutturazione del vecchio sistema partitico, ed è stata da subito contraddistinta, al livello del sistema di governo, dall’avvento di una competizione bipolare tra coalizioni mutuamente esclusive che ambivano entrambe, legittimamente e con credibili aspettative di successo, alla conquista del potere esecutivo. Se quanto appena ricordato corrisponde a verità, risulta davvero incomprensibile come il fenomeno dell’alternanza di governo, soprattutto in Italia (ma non solo), abbia ricevuto così poca attenzione da parte della letteratura politologica: da questo punto di vista, infatti, il caso italiano, nel passaggio tra Prima e Seconda Repubblica, appare davvero paradigmatico. È noto come l’Italia della Prima Repubblica abbia espresso, al contempo, il massimo turnover dei governi (la cui durata media, tra 1946 e 1994, non arriva a 11 mesi) e la massima stabilità delle coalizioni di governo. Questo apparente paradosso, da varie parti individuato tra i tratti caratterizzanti della più volte espressa «eccezionalità» italiana, è facilmente spiegabile sulla base del richiamato rapporto tra sistema elettorale, sistema partitico e sistema di governo. Tale consuetudine è radicalmente mutata a partire dal 1994, con l’aumento della «decisività» delle consultazioni elettorali, a sua volta determinato da un nuovo sistema elettorale che ha bipolarizzato la competizione politico-partitica. Il risultato è stato che l’alternanza di governo, da fenomeno mai sperimentato quale era, si è invece prodotta ad ogni elezione politica nazionale.File | Dimensione | Formato | |
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