La fortuna dei Promessi sposi nel melodramma ottocentesca comincia già a ridosso della Ventisettana, ma limitandosi a opere di autori minori o minimi. I veri influssi manzoniani si vedono su titoli dedicati ad altre vicende (come per Verdi Luisa Miller, o La forza del destino). Tuttavia quando Manzoni è ormai anziano e i Promessi sposi sono diventati un'icona irraggiungibile, due melodrammi tentano di ricavarne una versione operistica, più drammatica nel caso di Ponchielli, più propensa a conservare il polistilismo e a sottolineare la presenza di don Abbondio e Perpetua nel caso di Petrella. Il saggio indaga carattere, fortuna e differenze di queste due versioni attardate dei Promessi sposi.
L'idea di melodramma e il modello manzoniano: il caso dei Promessi sposi
Fava Elisabetta
2024-01-01
Abstract
La fortuna dei Promessi sposi nel melodramma ottocentesca comincia già a ridosso della Ventisettana, ma limitandosi a opere di autori minori o minimi. I veri influssi manzoniani si vedono su titoli dedicati ad altre vicende (come per Verdi Luisa Miller, o La forza del destino). Tuttavia quando Manzoni è ormai anziano e i Promessi sposi sono diventati un'icona irraggiungibile, due melodrammi tentano di ricavarne una versione operistica, più drammatica nel caso di Ponchielli, più propensa a conservare il polistilismo e a sottolineare la presenza di don Abbondio e Perpetua nel caso di Petrella. Il saggio indaga carattere, fortuna e differenze di queste due versioni attardate dei Promessi sposi.File | Dimensione | Formato | |
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