I valori sulla base dei quali gli individui distinguono il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che non lo è – e di conseguenza orientano (o aspirano ad orientare) il proprio comportamento – rilevano, nella tutela dei diritti fondamentali, sotto due diverse prospettive. Da una parte, i valori morali sono oggetto di diritti individuali, che trovano la più tipica consacrazione semantica nella libertà di coscienza. Dall’altra, essi assumono una portata per così dire collettiva, come insieme di valori comuni o, quanto meno, largamente condivisi in una determinata comunità. ln questa seconda dimensione, la morale è oggetto di un interesse di natura pubblica, la cui tutela lo Stato può legittimamente perseguire anche limitando il godimento di diritti dei singoli. L’analisi dei principali strumenti pattizi e della loro interpretazione ed applicazione ad opera dei competenti organi internazionali permette di ricostruire il fondamento normativo e le peculiarità della protezione dei valori morali, che trova spazio nella giurisprudenza e nella prassi di Corti e di altri organi internazionali. È tuttavia soprattutto la giurisprudenza della Corte EDU ad offrire spunti di riflessione ed è, pertanto, in particolare con riferimento all’interpretazione ed applicazione della CEDU che può portarsi a compimento un’indagine sul rapporto tra salvaguardia di valori morali (individuali e/o collettivi) e pluralismo. Quest’ultimo appare un concetto centrale, ma non univoco, potendo essere declinato in (almeno) tre diversi significati (pluralismo di soluzioni normative, pluralismo culturale e/o religioso e pluralismo dei valori) che possono talvolta porsi in contraddizione tra loro. Il volume analizza nel dettaglio la giurisprudenza EDU, al fine di ricostruirne le principali linee evolutive, sia rispetto alla tutela dei valori morali individuali (e in particolare alla libertà di coscienza), sia con riferimento alla salvaguardia della morale pubblica, quale interesse dello Stato. Nell’analisi è messo in luce come il concetto di pluralismo sia variamente declinato di volta in volta, e, in particolare, di comprendere quando il pluralismo dei valori coincida con una delle altre due versioni della nozione e quando, invece, si trovi in contrapposizione con esse. Debita attenzione è posta agli strumenti interpretativi a cui la Corte EDU fa ricorso nel garantire tutela ai sentimenti morali del singolo, da una parte, e alla morale pubblica, dall’altra, al fine di misurarne l’idoneità a fornire soluzioni che preservino il pluralismo dei valori e l’universalità dei diritti, pur riconoscendo, dove necessario ed opportuno, il significato genuinamente comunitario di alcuni sentimenti morali.
Tutela dei valori morali e pluralismo nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani
POLI, Ludovica
2024-01-01
Abstract
I valori sulla base dei quali gli individui distinguono il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che non lo è – e di conseguenza orientano (o aspirano ad orientare) il proprio comportamento – rilevano, nella tutela dei diritti fondamentali, sotto due diverse prospettive. Da una parte, i valori morali sono oggetto di diritti individuali, che trovano la più tipica consacrazione semantica nella libertà di coscienza. Dall’altra, essi assumono una portata per così dire collettiva, come insieme di valori comuni o, quanto meno, largamente condivisi in una determinata comunità. ln questa seconda dimensione, la morale è oggetto di un interesse di natura pubblica, la cui tutela lo Stato può legittimamente perseguire anche limitando il godimento di diritti dei singoli. L’analisi dei principali strumenti pattizi e della loro interpretazione ed applicazione ad opera dei competenti organi internazionali permette di ricostruire il fondamento normativo e le peculiarità della protezione dei valori morali, che trova spazio nella giurisprudenza e nella prassi di Corti e di altri organi internazionali. È tuttavia soprattutto la giurisprudenza della Corte EDU ad offrire spunti di riflessione ed è, pertanto, in particolare con riferimento all’interpretazione ed applicazione della CEDU che può portarsi a compimento un’indagine sul rapporto tra salvaguardia di valori morali (individuali e/o collettivi) e pluralismo. Quest’ultimo appare un concetto centrale, ma non univoco, potendo essere declinato in (almeno) tre diversi significati (pluralismo di soluzioni normative, pluralismo culturale e/o religioso e pluralismo dei valori) che possono talvolta porsi in contraddizione tra loro. Il volume analizza nel dettaglio la giurisprudenza EDU, al fine di ricostruirne le principali linee evolutive, sia rispetto alla tutela dei valori morali individuali (e in particolare alla libertà di coscienza), sia con riferimento alla salvaguardia della morale pubblica, quale interesse dello Stato. Nell’analisi è messo in luce come il concetto di pluralismo sia variamente declinato di volta in volta, e, in particolare, di comprendere quando il pluralismo dei valori coincida con una delle altre due versioni della nozione e quando, invece, si trovi in contrapposizione con esse. Debita attenzione è posta agli strumenti interpretativi a cui la Corte EDU fa ricorso nel garantire tutela ai sentimenti morali del singolo, da una parte, e alla morale pubblica, dall’altra, al fine di misurarne l’idoneità a fornire soluzioni che preservino il pluralismo dei valori e l’universalità dei diritti, pur riconoscendo, dove necessario ed opportuno, il significato genuinamente comunitario di alcuni sentimenti morali.| File | Dimensione | Formato | |
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