Tra novembre 2021 e gennaio 2023 si sono svolti tra Torino, Vicenza e Padova, tre seminari dedicati a ripercorrere le relazioni artistiche tra i Savoia e la Repubblica di Venezia dagli anni in cui Torino diventa capitale del Ducato (1563) fino agli anni dell’affermazione del Regno con Carlo Emanuele III (sovrano tra il 1730 e il 1773), un progetto di ricerca coordinato insieme ai colleghi dell’Università di Padova, Vittoria Romani e Andrea Tomezzoli. Nell’ambito di questo lavoro è emersa l’importanza, anche per le possibili ricadute sui lavori del seminario, di avviare un censimento dei dipinti veneti conservati nei musei torinesi, necessario per fare ordine fra le opere di quell’ambito, in molti casi approfonditamente studiate, in altri rimaste ai margini degli studi, e mai considerate nel loro complesso. La ricognizione è stata un’occasione di confronto all’interno del gruppo di lavoro, con il coinvolgimento delle colleghe e dei colleghi delle istituzioni museali torinesi, con cui abbiamo ormai un dialogo consolidato nel tempo, importante per il percorso formativo e professionale dei nostri laureati. Il lavoro, che si è esteso anche alle chiese cittadine e ad una prima verifica sull’attuale territorio piemontese, è stato curato da Francesca Romana Gaja ed Elisabetta Silvello, con la collaborazione di Cecilia Veronese e di due nostri laureandi magistrali, Luca Di Gregorio e Chiara Tramontana, e ha visto al suo avvio anche la partecipazione degli allievi dei corsi magistrali dell’a.a. 2021-2022. In qualche caso sono qui illustrate opere mai riprodotte prima, e per questa edizione è stata prevista una campagna fotografica specifica, affidata a Giorgio Olivero che ringraziamo per la sua consueta disponibilità e attenzione alle nostre esigenze. Le schede essenziali delle opere, qui di seguito raccolte, sono il risultato finale di una scrematura seguita ad una ricognizione capillare, che ci ha fatto capire ad esempio che molte opere considerate di scuola veneta in realtà non lo erano, a testimoniare l’interesse sovraesposto per una scuola molto apprezzata in area sabauda fin dalla fine del Cinquecento. Il procedimento inverso, vale a dire l’acquisizione alla scuola veneta di opere in precedenza considerate di altri ambiti culturali, non si è quasi mai verificato. Capire a quale cronologia se non a quale specifico autore appartengano le opere censite, ma anche da quale momento e con quale storia di provenienza esse arrivino nelle chiese e nei musei torinesi, è il primo passo necessario a capirne le relazioni con il contesto della storia artistica della capitale sabauda tra la fine del Cinquecento e il pieno Settecento. Uno sguardo sugli arrivi otto e novecenteschi, e anche successivi, ci è parso utile per seguire la continuità dell’interesse per quella scuola da parte del collezionismo torinese, almeno per quanto riguarda il patrimonio dei musei della città. Dove possibile, il Repertorio si è avvalso della schedatura ministeriale, a ricordarci che i processi di catalogazione e conoscenza sono parte integrante e fondamentale del lavoro degli storici dell’arte, nei musei e sul territorio. Questo agile strumento di inventariazione è una specie di cassetto della memoria e speriamo possa costituire un utile strumento anche per la redazione dei futuri cataloghi scientifici dei musei.

Repertorio dei dipinti veneti nelle chiese e nei musei di Torino (XVI-XVIII secolo)

Francesca Romana Gaja
;
Elisabetta Silvello
2023-01-01

Abstract

Tra novembre 2021 e gennaio 2023 si sono svolti tra Torino, Vicenza e Padova, tre seminari dedicati a ripercorrere le relazioni artistiche tra i Savoia e la Repubblica di Venezia dagli anni in cui Torino diventa capitale del Ducato (1563) fino agli anni dell’affermazione del Regno con Carlo Emanuele III (sovrano tra il 1730 e il 1773), un progetto di ricerca coordinato insieme ai colleghi dell’Università di Padova, Vittoria Romani e Andrea Tomezzoli. Nell’ambito di questo lavoro è emersa l’importanza, anche per le possibili ricadute sui lavori del seminario, di avviare un censimento dei dipinti veneti conservati nei musei torinesi, necessario per fare ordine fra le opere di quell’ambito, in molti casi approfonditamente studiate, in altri rimaste ai margini degli studi, e mai considerate nel loro complesso. La ricognizione è stata un’occasione di confronto all’interno del gruppo di lavoro, con il coinvolgimento delle colleghe e dei colleghi delle istituzioni museali torinesi, con cui abbiamo ormai un dialogo consolidato nel tempo, importante per il percorso formativo e professionale dei nostri laureati. Il lavoro, che si è esteso anche alle chiese cittadine e ad una prima verifica sull’attuale territorio piemontese, è stato curato da Francesca Romana Gaja ed Elisabetta Silvello, con la collaborazione di Cecilia Veronese e di due nostri laureandi magistrali, Luca Di Gregorio e Chiara Tramontana, e ha visto al suo avvio anche la partecipazione degli allievi dei corsi magistrali dell’a.a. 2021-2022. In qualche caso sono qui illustrate opere mai riprodotte prima, e per questa edizione è stata prevista una campagna fotografica specifica, affidata a Giorgio Olivero che ringraziamo per la sua consueta disponibilità e attenzione alle nostre esigenze. Le schede essenziali delle opere, qui di seguito raccolte, sono il risultato finale di una scrematura seguita ad una ricognizione capillare, che ci ha fatto capire ad esempio che molte opere considerate di scuola veneta in realtà non lo erano, a testimoniare l’interesse sovraesposto per una scuola molto apprezzata in area sabauda fin dalla fine del Cinquecento. Il procedimento inverso, vale a dire l’acquisizione alla scuola veneta di opere in precedenza considerate di altri ambiti culturali, non si è quasi mai verificato. Capire a quale cronologia se non a quale specifico autore appartengano le opere censite, ma anche da quale momento e con quale storia di provenienza esse arrivino nelle chiese e nei musei torinesi, è il primo passo necessario a capirne le relazioni con il contesto della storia artistica della capitale sabauda tra la fine del Cinquecento e il pieno Settecento. Uno sguardo sugli arrivi otto e novecenteschi, e anche successivi, ci è parso utile per seguire la continuità dell’interesse per quella scuola da parte del collezionismo torinese, almeno per quanto riguarda il patrimonio dei musei della città. Dove possibile, il Repertorio si è avvalso della schedatura ministeriale, a ricordarci che i processi di catalogazione e conoscenza sono parte integrante e fondamentale del lavoro degli storici dell’arte, nei musei e sul territorio. Questo agile strumento di inventariazione è una specie di cassetto della memoria e speriamo possa costituire un utile strumento anche per la redazione dei futuri cataloghi scientifici dei musei.
2023
Editris
1
128
9788889853764
pittura veneta, torino, musei, veneti, collezionismo
Francesca Romana Gaja; Elisabetta Silvello
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