Il fascicolo della Rivista Minorigiustizia che qui si presenta (n.1 del 2024) individua e analizzata le luci e le ombre nella risposta che la rete di soggetti e pubblici e privati riesce oggi a garantire ai minori stranieri non accompagnati (msna) presenti in Italia. Nella convinzione che i bisogni dei ragazzi costituiscano il punto di partenza di ogni riflessione sul quadro legislativo e sulle pratiche per la loro accoglienza e inclusione, abbiamo ritenuto di iniziare il volume dando loro la parola: alcuni ragazzi, grazie all’intermediazione di Save the Children-Italia, si sono resi disponibili a condividere le loro storie, raccontando delle loro traiettorie migratorie, ma soprattutto della loro vita oggi in Italia, delle loro aspirazioni e dei loro progetti. Con l’aiuto di magistrati minorili, docenti universitari, funzionari pubblici ed esperti del terzo settore, abbiamo poi esaminato l’implementazione della legge n. 47 del 2017 e ci siamo quindi soffermati sull’impatto sul sistema dei cosiddetti decreti sicurezza. E’ certamente vero che la legge n.47, come affermato da una delle Autrici del fascicolo, “ha segnato una soglia alta di tutele conseguite in favore dei soggetti minori di età migranti e di tensione nella realizzazione non discriminante sul piano della parità tra soggetti tutti minori di età”, ma la sua implementazione mostra anche ombre. Una significativa innovazione costituisce il recepimento a livello nazionale di sperimentazioni di tutela volontaria prima realizzate a macchia di leopardo sul territorio. La Corte europea dei diritti umani, tuttavia, ha ripetutamente condannato il nostro Paese per l’inadeguata accoglienza e il trattenimento di minori non accompagnati in centri per adulti. Inoltre, in alcune realtà territoriali le équipes multidisciplinari e multiprofessionali per l’accertamento dell’età previste dal decreto legge 5 ottobre 2023, n. 133 non sono ancora operative e le procedure di accertamento dell’età sono svolte esclusivamente da medici legali. Il mancato assolvimento dell’obbligo scolastico dovuto ad alcune difficoltà endemiche e il frequente basso livello raggiunto nella conoscenza della lingua condizionano poi frequentemente l’inserimento lavorativo, con un alto rischio di finire nel mercato del lavoro griglio, nero o in traffici illeciti. Infine, l’accompagnamento alla maggiore età è talvolta insufficiente, stante l’assenza di risorse da parte degli enti locali per prevedere percorsi specifici verso l’autonomia e l’orientamento restrittivo di alcuni tribunali rispetto al cosiddetto prosieguo amministrativo. Negli ultimi anni interventi legislativi presentati come risposte più o meno obbligate a un’emergenza nei numeri di msna sembrano disperdere gli sforzi avviati per l’implementazione del sistema normativo organico introdotto con la legge n.47. Già nel 2018 le esigenze di specialità nell’approccio alla condizione delle persone di età minore migrante venivano del tutto tralasciate, al fine dell’applicazione della normativa sulla protezione internazionale e anche in altre fasi e procedure d’intervento, quali, ad esempio, l’autorizzazione allo sbarco presso porto sicuro dopo il soccorso in mare. Recentissimamente poi sono entrate in vigore nuove disposizioni che, nel dichiarato intento di rafforzare la difesa dei confini nazionali e obliterando la necessaria specialità delle norme che riguardino persone di età minore, consentono l’accoglienza di minori soli in strutture unitamente ai maggiorenni, per un periodo che può protrarsi sino a cinque mesi, e disciplinano una procedura d’urgenza per l’accertamento dell’età.

I minori stranieri non accompagnati: verso un depotenziamento delle risposte ai bisogni dei ragazzi?

Long Joelle
2024-01-01

Abstract

Il fascicolo della Rivista Minorigiustizia che qui si presenta (n.1 del 2024) individua e analizzata le luci e le ombre nella risposta che la rete di soggetti e pubblici e privati riesce oggi a garantire ai minori stranieri non accompagnati (msna) presenti in Italia. Nella convinzione che i bisogni dei ragazzi costituiscano il punto di partenza di ogni riflessione sul quadro legislativo e sulle pratiche per la loro accoglienza e inclusione, abbiamo ritenuto di iniziare il volume dando loro la parola: alcuni ragazzi, grazie all’intermediazione di Save the Children-Italia, si sono resi disponibili a condividere le loro storie, raccontando delle loro traiettorie migratorie, ma soprattutto della loro vita oggi in Italia, delle loro aspirazioni e dei loro progetti. Con l’aiuto di magistrati minorili, docenti universitari, funzionari pubblici ed esperti del terzo settore, abbiamo poi esaminato l’implementazione della legge n. 47 del 2017 e ci siamo quindi soffermati sull’impatto sul sistema dei cosiddetti decreti sicurezza. E’ certamente vero che la legge n.47, come affermato da una delle Autrici del fascicolo, “ha segnato una soglia alta di tutele conseguite in favore dei soggetti minori di età migranti e di tensione nella realizzazione non discriminante sul piano della parità tra soggetti tutti minori di età”, ma la sua implementazione mostra anche ombre. Una significativa innovazione costituisce il recepimento a livello nazionale di sperimentazioni di tutela volontaria prima realizzate a macchia di leopardo sul territorio. La Corte europea dei diritti umani, tuttavia, ha ripetutamente condannato il nostro Paese per l’inadeguata accoglienza e il trattenimento di minori non accompagnati in centri per adulti. Inoltre, in alcune realtà territoriali le équipes multidisciplinari e multiprofessionali per l’accertamento dell’età previste dal decreto legge 5 ottobre 2023, n. 133 non sono ancora operative e le procedure di accertamento dell’età sono svolte esclusivamente da medici legali. Il mancato assolvimento dell’obbligo scolastico dovuto ad alcune difficoltà endemiche e il frequente basso livello raggiunto nella conoscenza della lingua condizionano poi frequentemente l’inserimento lavorativo, con un alto rischio di finire nel mercato del lavoro griglio, nero o in traffici illeciti. Infine, l’accompagnamento alla maggiore età è talvolta insufficiente, stante l’assenza di risorse da parte degli enti locali per prevedere percorsi specifici verso l’autonomia e l’orientamento restrittivo di alcuni tribunali rispetto al cosiddetto prosieguo amministrativo. Negli ultimi anni interventi legislativi presentati come risposte più o meno obbligate a un’emergenza nei numeri di msna sembrano disperdere gli sforzi avviati per l’implementazione del sistema normativo organico introdotto con la legge n.47. Già nel 2018 le esigenze di specialità nell’approccio alla condizione delle persone di età minore migrante venivano del tutto tralasciate, al fine dell’applicazione della normativa sulla protezione internazionale e anche in altre fasi e procedure d’intervento, quali, ad esempio, l’autorizzazione allo sbarco presso porto sicuro dopo il soccorso in mare. Recentissimamente poi sono entrate in vigore nuove disposizioni che, nel dichiarato intento di rafforzare la difesa dei confini nazionali e obliterando la necessaria specialità delle norme che riguardino persone di età minore, consentono l’accoglienza di minori soli in strutture unitamente ai maggiorenni, per un periodo che può protrarsi sino a cinque mesi, e disciplinano una procedura d’urgenza per l’accertamento dell’età.
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https://www.francoangeli.it/riviste/articolo/76338
minori stranieri non accompagnati , accoglienza , tutela volontaria
Long Joelle
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