“I due passi indietro possono essere chiamati surrealismo”. Léonce Rosenberg, de Chirico e la rottura con Breton

Il saggio riconsidera il rapporto commerciale e intellettuale che legò Giorgio de Chirico al mercante Léonce Rosenberg tra il 1925 e i primi anni Trenta, concentrandosi in particolare sul periodo compreso tra le due mostre personali dell’artista tenutesi alla Galerie L’Effort Moderne nel 1925 e 1928. Dalla prospettiva del conflitto generatosi tra l’artista e i surrealisti, capeggiati da Andrè Breton, le prese di posizione del mercante, il cui nome è abitualmente legato al Cubismo, in tali circostanze appaiono quanto mai ambigue, a fronte di un’ostilità piuttosto esplicita nei confronti delle sue attività, culminata nella contro-mostra alla Galerie Surréaliste del 1928 su cui si aggiungono nuovi elementi. Emergono questioni come la paternità contesa e contestata dei titoli delle opere metafisiche di de Chirico e il pregiudizio contro la produzione post-metafisica dell’artista che ebbe origine allora.