Tra il 1987 e il 1988 Luciano Guerci pubblicò due libri in cui analizzava la discussione sulla donna nell’Italia del Settecento, ora raccolti in un unico volume, Per una storia delle donne nell’Italia del Settecento, a cura di Elisa Strumia (Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2023). Essi hanno costituito un punto di riferimento per lo studio di quello che Guerci definiva «l’altro Settecento», quello cioè che non si configurava con il pensiero degli illuministi, ma in molti casi con una riflessione di matrice cattolica, dai tratti antilluministici più o meno marcati. Lo storico, per la prima volta, individuava le caratteristiche di una produzione editoriale che aveva invaso le librerie italiane del Settecento, in alcuni casi producendo dei bestseller, in cui lettori e lettrici di estrazione sociale diversa avevano trovato considerazioni e prescrizioni sul matrimonio, sull’educazione e sul comportamento delle donne. Questo articolo ricostruisce una parte di questi discorsi: quella che Guerci dedica alla riflessione dei moralisti cattolici sull’istruzione delle donne e sugli effetti della lettura sul loro comportamento, tema, quello della lettura, di cui Guerci è stato uno straordinario precursore, individuando nell’attrazione che certi libri – in particolare i romanzi – esercitavano sulle donne la vera motivazione per cui gli «scrittori devoti» ne temevano gli effetti sul loro comportamento e sull’obbedienza ai padri e ai mariti. Dall’analisi di quella ricca e variegata produzione editoriale, egli faceva emergere, in alcuni casi, le contaminazioni con il pensiero dei Lumi, scoprendo che molti dei cosiddetti ‘illuministi’, quando parlavano di educazione delle donne, rivelavano atteggiamenti non molto distanti dai più retrivi moralisti cattolici.

Fare i conti con «l’altro Settecento». Luciano Guerci e i discorsi sull’educazione e sulle letture delle donne

Braida L.
2024-01-01

Abstract

Tra il 1987 e il 1988 Luciano Guerci pubblicò due libri in cui analizzava la discussione sulla donna nell’Italia del Settecento, ora raccolti in un unico volume, Per una storia delle donne nell’Italia del Settecento, a cura di Elisa Strumia (Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2023). Essi hanno costituito un punto di riferimento per lo studio di quello che Guerci definiva «l’altro Settecento», quello cioè che non si configurava con il pensiero degli illuministi, ma in molti casi con una riflessione di matrice cattolica, dai tratti antilluministici più o meno marcati. Lo storico, per la prima volta, individuava le caratteristiche di una produzione editoriale che aveva invaso le librerie italiane del Settecento, in alcuni casi producendo dei bestseller, in cui lettori e lettrici di estrazione sociale diversa avevano trovato considerazioni e prescrizioni sul matrimonio, sull’educazione e sul comportamento delle donne. Questo articolo ricostruisce una parte di questi discorsi: quella che Guerci dedica alla riflessione dei moralisti cattolici sull’istruzione delle donne e sugli effetti della lettura sul loro comportamento, tema, quello della lettura, di cui Guerci è stato uno straordinario precursore, individuando nell’attrazione che certi libri – in particolare i romanzi – esercitavano sulle donne la vera motivazione per cui gli «scrittori devoti» ne temevano gli effetti sul loro comportamento e sull’obbedienza ai padri e ai mariti. Dall’analisi di quella ricca e variegata produzione editoriale, egli faceva emergere, in alcuni casi, le contaminazioni con il pensiero dei Lumi, scoprendo che molti dei cosiddetti ‘illuministi’, quando parlavano di educazione delle donne, rivelavano atteggiamenti non molto distanti dai più retrivi moralisti cattolici.
2024
186
830
840
Illuminismo; Antilluminismo; storia delle donne; storia dell’editoria; lettura delle donne; educazione delle donne
Braida L.
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