Il libro analizza, alla luce dell'evoluzione del regionalismo italiano dall'approvazione della Costituzione a oggi, il progetto governativo di realizzare una forma di autonomia regionale differenziata, che, favorendo le regioni piú ricche del Paese, metterebbe a repentaglio la tenuta dell’unità d’Italia regionalizzando materie quali: sanità, istruzione, musei, lavoro, sostegno alle imprese, trasporti, strade e autostrade, ferrovie, porti e aeroporti, paesaggio, ambiente, laghi e fiumi, rifiuti, edilizia, energia, enti locali. Per conseguenza, lo Stato si ritroverebbe privo delle leve essenziali per realizzare politiche sociali, culturali, ambientali, economiche di respiro nazionale; l’amministrazione pubblica sarebbe disarticolata a causa della variabilità delle competenze, che in alcuni territori diventerebbero regionali, in altri rimarrebbero statali; le imprese sarebbero chiamate a fare i conti con una frammentazione normativa e amministrativa che complica le loro attività; la solidarietà nazionale andrebbe in frantumi, dal momento che assieme alle nuove competenze, le regioni otterrebbero le risorse necessarie a esercitarle, calcolate a partire dal gettito fiscale generato sul loro territorio, senza compensazioni perequative.
Spezzare l'Italia. Le regioni come minaccia all'unità del Paese
Francesco Pallante
2024-01-01
Abstract
Il libro analizza, alla luce dell'evoluzione del regionalismo italiano dall'approvazione della Costituzione a oggi, il progetto governativo di realizzare una forma di autonomia regionale differenziata, che, favorendo le regioni piú ricche del Paese, metterebbe a repentaglio la tenuta dell’unità d’Italia regionalizzando materie quali: sanità, istruzione, musei, lavoro, sostegno alle imprese, trasporti, strade e autostrade, ferrovie, porti e aeroporti, paesaggio, ambiente, laghi e fiumi, rifiuti, edilizia, energia, enti locali. Per conseguenza, lo Stato si ritroverebbe privo delle leve essenziali per realizzare politiche sociali, culturali, ambientali, economiche di respiro nazionale; l’amministrazione pubblica sarebbe disarticolata a causa della variabilità delle competenze, che in alcuni territori diventerebbero regionali, in altri rimarrebbero statali; le imprese sarebbero chiamate a fare i conti con una frammentazione normativa e amministrativa che complica le loro attività; la solidarietà nazionale andrebbe in frantumi, dal momento che assieme alle nuove competenze, le regioni otterrebbero le risorse necessarie a esercitarle, calcolate a partire dal gettito fiscale generato sul loro territorio, senza compensazioni perequative.File | Dimensione | Formato | |
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