L’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato l’impiego del durvalumab in associazione a tremelimumab per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con carcinoma epatocellulare avanzato o non resecabile (GU n.40 del 17 febbraio 2024). La combinazione immunoterapica era già stata approvata a dicembre 2022 dalla Commissione Europea, previo parere positivo del Comitato per i Medicinali per Uso umano dell’Agenzia Europea del Farmaco, e si basava sui risultati positivi dello studio registrativo di Fase III HIMALAYA. Lo scopo di questo lavoro è stato analizzare le sospette reazioni avverse (ADRs) avvenute in Europa, confrontandole con quelle dello studio di Fase III. Tale approccio è finalizzato a prevedere presso il nostro centro quella che potrebbe essere la real-word in merito alla gestione della farmacovigilanza, in contrapposizione ai dati dello studio. Sono state analizzate le ADRs, avvenute nel 2023 e presenti in Eudravigilance, attribuite all’associazione durvalumab+tremelimumab, con indicazione nel carcinoma epatocellulare avanzato o non resecabile. Dalla scheda tecnica sono state estrapolate le ADRs. Dallo studio HIMALAYA le reazioni avverse più comuni (> 10%) sono state eruzione cutanea (32,5%), prurito (25,5%), diarrea (25,3%), dolore addominale (19,7%), aumento enzimi epatici (18,0%), piressia (13,9%), ipotiroidismo (13,0%), tosse/tosse produttiva (10,8%), edema periferico (10,4%) e lipasi aumentata (10,0%). La frequenza di interruzione permanente del trattamento a causa di reazioni avverse è stata del 6,5% e le più comuni sono state epatite (1,5%) ed enzimi epatici aumentati (1,3%). Dall’elaborazione di Eudravigilance, invece, le ADRs (440 segnalazioni ad oggi) più frequenti nella real-world sono state diarrea (8,64%), rush cutanei (4,77%), interstiziopatia polmonare (4,55%) e colite (4,09%). L’aumento di enzimi epatici e l’epatite sono stati rispettivamente del 1.59% e 0.45%. I dati riportati mostrano un allineamento per quanto riguarda le ADRs più frequenti (reazioni cutanee e diarrea), ma sempre con una frequenza minore nella real-word rispetto a quanto indicato in scheda tecnica (reazioni cutanee 4,77% vs 32,5%; diarrea: 8,64% vs 25,3%). Anche le reazioni che hanno determinato l’interruzione del trattamento hanno un’incidenza minore nella real-world. Emerge come l’intervento del farmacista si integri con la figura del medico oncologo, al fine di delineare il profilo di sicurezza nella real-word dei farmaci di nuova approvazione, di cui il medico conosce esclusivamente le reazioni avverse indicate nella scheda tecnica. Tale intervento multidisciplinare evidenzia come il background chimico-farmaceutico del farmacista, coniugato alle sue competenze di farmacovigilanza, possa agevolare un intervento trasversale nella valutazione delle reazioni avverse nella pratica clinica.
ANALISI DELLE REAZIONI AVVERSE DA DURVALUMAB + TREMELIMUMAB NEL CARCINOMA EPATOCELLULARE: UN CONFRONTO TRA STUDI CLINICI E DATI REAL-WORLD
Eleonora Castellana;Martina Angiolillo;Roberta Aldieri;Giulia Soave;Patricia Madalina Budau;Matilde Scaldaferri;Marco Tizzani;Silvia Gaia;Emanuela Rolle;Francesco Cattel
2024-01-01
Abstract
L’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato l’impiego del durvalumab in associazione a tremelimumab per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con carcinoma epatocellulare avanzato o non resecabile (GU n.40 del 17 febbraio 2024). La combinazione immunoterapica era già stata approvata a dicembre 2022 dalla Commissione Europea, previo parere positivo del Comitato per i Medicinali per Uso umano dell’Agenzia Europea del Farmaco, e si basava sui risultati positivi dello studio registrativo di Fase III HIMALAYA. Lo scopo di questo lavoro è stato analizzare le sospette reazioni avverse (ADRs) avvenute in Europa, confrontandole con quelle dello studio di Fase III. Tale approccio è finalizzato a prevedere presso il nostro centro quella che potrebbe essere la real-word in merito alla gestione della farmacovigilanza, in contrapposizione ai dati dello studio. Sono state analizzate le ADRs, avvenute nel 2023 e presenti in Eudravigilance, attribuite all’associazione durvalumab+tremelimumab, con indicazione nel carcinoma epatocellulare avanzato o non resecabile. Dalla scheda tecnica sono state estrapolate le ADRs. Dallo studio HIMALAYA le reazioni avverse più comuni (> 10%) sono state eruzione cutanea (32,5%), prurito (25,5%), diarrea (25,3%), dolore addominale (19,7%), aumento enzimi epatici (18,0%), piressia (13,9%), ipotiroidismo (13,0%), tosse/tosse produttiva (10,8%), edema periferico (10,4%) e lipasi aumentata (10,0%). La frequenza di interruzione permanente del trattamento a causa di reazioni avverse è stata del 6,5% e le più comuni sono state epatite (1,5%) ed enzimi epatici aumentati (1,3%). Dall’elaborazione di Eudravigilance, invece, le ADRs (440 segnalazioni ad oggi) più frequenti nella real-world sono state diarrea (8,64%), rush cutanei (4,77%), interstiziopatia polmonare (4,55%) e colite (4,09%). L’aumento di enzimi epatici e l’epatite sono stati rispettivamente del 1.59% e 0.45%. I dati riportati mostrano un allineamento per quanto riguarda le ADRs più frequenti (reazioni cutanee e diarrea), ma sempre con una frequenza minore nella real-word rispetto a quanto indicato in scheda tecnica (reazioni cutanee 4,77% vs 32,5%; diarrea: 8,64% vs 25,3%). Anche le reazioni che hanno determinato l’interruzione del trattamento hanno un’incidenza minore nella real-world. Emerge come l’intervento del farmacista si integri con la figura del medico oncologo, al fine di delineare il profilo di sicurezza nella real-word dei farmaci di nuova approvazione, di cui il medico conosce esclusivamente le reazioni avverse indicate nella scheda tecnica. Tale intervento multidisciplinare evidenzia come il background chimico-farmaceutico del farmacista, coniugato alle sue competenze di farmacovigilanza, possa agevolare un intervento trasversale nella valutazione delle reazioni avverse nella pratica clinica.File | Dimensione | Formato | |
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