Il pensiero di Hans J. Morgenthau segna una frattura radicale nella concezione moderna del diritto internazionale, riconfigurandone i limiti e le possibilità alla luce del realismo politico. Nel 1940, con il saggio "Positivism, Functionalism and International Law", Morgenthau smaschera l’illusione di un diritto internazionale autosufficiente, svincolato dalle dinamiche di potere che ne modellano l’effettiva portata. Questo passaggio teorico non rappresenta un rifiuto del diritto, ma piuttosto un suo ripensamento all’interno di una visione in cui il conflitto e la volontà di potenza costituiscono coordinate inevitabili dell’ordine globale. L’attualità del suo pensiero – oggetto del presente contributo – risiede nella tensione tra il riconoscimento dell’imprescindibile politicità del diritto e la necessità di una progettualità giuridica sovrastatale, oggi più che mai essenziale nel discorso politico internazionale. Morgenthau non rinuncia alla dimensione normativa, ma ne denuncia gli inganni, proponendo un “pessimismo illuminato” in cui la volontà di trasformazione si misura con la realtà, anziché con utopie astratte. Il suo approccio impone una riflessione critica sulle ambizioni universalistiche del diritto internazionale e sulla sua capacità di vincolare la condotta degli Stati senza ridursi a mero strumento della loro volontà. In questa prospettiva, il realismo di Morgenthau si afferma non come un semplice disincanto, ma come un metodo per comprendere il diritto senza cedere né all’ideologia né alla rassegnazione.

Realismo politico e diritto internazionale

Mauro Balestrieri
2025-01-01

Abstract

Il pensiero di Hans J. Morgenthau segna una frattura radicale nella concezione moderna del diritto internazionale, riconfigurandone i limiti e le possibilità alla luce del realismo politico. Nel 1940, con il saggio "Positivism, Functionalism and International Law", Morgenthau smaschera l’illusione di un diritto internazionale autosufficiente, svincolato dalle dinamiche di potere che ne modellano l’effettiva portata. Questo passaggio teorico non rappresenta un rifiuto del diritto, ma piuttosto un suo ripensamento all’interno di una visione in cui il conflitto e la volontà di potenza costituiscono coordinate inevitabili dell’ordine globale. L’attualità del suo pensiero – oggetto del presente contributo – risiede nella tensione tra il riconoscimento dell’imprescindibile politicità del diritto e la necessità di una progettualità giuridica sovrastatale, oggi più che mai essenziale nel discorso politico internazionale. Morgenthau non rinuncia alla dimensione normativa, ma ne denuncia gli inganni, proponendo un “pessimismo illuminato” in cui la volontà di trasformazione si misura con la realtà, anziché con utopie astratte. Il suo approccio impone una riflessione critica sulle ambizioni universalistiche del diritto internazionale e sulla sua capacità di vincolare la condotta degli Stati senza ridursi a mero strumento della loro volontà. In questa prospettiva, il realismo di Morgenthau si afferma non come un semplice disincanto, ma come un metodo per comprendere il diritto senza cedere né all’ideologia né alla rassegnazione.
2025
405
59
75
realismo politico; geopolitica; relazioni internazionali; diritto internazionale; sovranità; Hans J. Morgenthau
Mauro Balestrieri
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