Sebbene Giorgio Vasari, nella breve biografia dedicata a Giulio Mazzoni, concludesse celebrandone le doti di scultore, questo aspetto della produzione del piacentino è rimasto sostanzialmente ai margini degli studi, concentratisi maggiormente sui complessi decorativi realizzati a pittura e stucco. Sporadici interventi finalizzati all’analisi del singolo pezzo ne hanno messo in luce le qualità e suggeriscono ora di procedere a una riconsiderazione globale. Frutto di ricerche nate da un ripensamento complessivo della vicenda artistica di Mazzoni, volto a collocarlo nel cuore del sistema di gestione dei cantieri messo in campo da Perino del Vaga e dai suoi allievi e collaboratori nella Roma di metà Cinquecento, il presente contributo intende offrire una lettura critica del catalogo scultoreo di Giulio, aggiornato su nuovi dati documentari e inedite riflessioni stilistiche e di contesto. Dalle ricerche condotte da chi scrive e da recenti contributi emerge infatti con evidenza la necessità di interpretare le poche ma significative opere – realizzate con tecniche differenti (marmo e bronzo; tutto tondo e rilievo) e ora più precisamente ancorate a date certe – entro un contesto di studi sulla scultura della seconda metà del secolo che è in corso di definizione e in continuo aggiornamento.
Aggiornamenti al catalogo di Giulio Mazzoni scultore e una nota su Battista Ghioldi
Serena Quagliaroli
2024-01-01
Abstract
Sebbene Giorgio Vasari, nella breve biografia dedicata a Giulio Mazzoni, concludesse celebrandone le doti di scultore, questo aspetto della produzione del piacentino è rimasto sostanzialmente ai margini degli studi, concentratisi maggiormente sui complessi decorativi realizzati a pittura e stucco. Sporadici interventi finalizzati all’analisi del singolo pezzo ne hanno messo in luce le qualità e suggeriscono ora di procedere a una riconsiderazione globale. Frutto di ricerche nate da un ripensamento complessivo della vicenda artistica di Mazzoni, volto a collocarlo nel cuore del sistema di gestione dei cantieri messo in campo da Perino del Vaga e dai suoi allievi e collaboratori nella Roma di metà Cinquecento, il presente contributo intende offrire una lettura critica del catalogo scultoreo di Giulio, aggiornato su nuovi dati documentari e inedite riflessioni stilistiche e di contesto. Dalle ricerche condotte da chi scrive e da recenti contributi emerge infatti con evidenza la necessità di interpretare le poche ma significative opere – realizzate con tecniche differenti (marmo e bronzo; tutto tondo e rilievo) e ora più precisamente ancorate a date certe – entro un contesto di studi sulla scultura della seconda metà del secolo che è in corso di definizione e in continuo aggiornamento.| File | Dimensione | Formato | |
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