In un’epoca di grandi cambiamenti come i decenni a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, le politiche lungimiranti dei Granduchi di Toscana riuscirono a trasformare il modesto porto di Livorno in un importante crocevia del commercio internazionale. Le leggi Livornine di Ferdinando I de’ Medici (r. 1587-1609) furono fra i principali fattori di questo successo. Mentre il Mediterraneo stava progressivamente perdendo la sua centralità, l’attrazione di una variegata e dinamica popolazione straniera, mediante agevolazioni fiscali e tolleranza religiosa, consentì di inserire il porto nelle nuove direttrici e network commerciali internazionali. L’intreccio fra le iniziative private dei nuovi abitanti di Livorno – mercanti, artigiani e uomini di mare – e le ambizioni di grandezza dei Medici diede spesso vita a interessanti collaborazioni che, con alterni successi, cercarono di ampliare l’orizzonte economico-politico del Granducato, proiettandolo su uno scenario sempre più globale. In questo contesto dinamico, la famiglia Lus di Amsterdam emerse per la sua intraprendenza e particolare sinergia con la corte di Ferdinando I e rappresenta per noi un importante osservatorio della realtà dei primi anni di sviluppo del porto. Dal loro insediamento a Livorno negli anni ’90, in poco tempo riuscirono a consolidare un rapporto di fiducia con il granduca, diventandone fondamentali agenti commerciali e informatori. Intenzionati ad accrescere il volume dei propri affari nel Mediterraneo, questi mercanti furono promotori di numerose imprese commerciali volte a collegare Livorno con mercati di difficile accesso per i Toscani, come la Russia e le Indie. Ma quello dei Lus è anche un esempio delle sfide legate ai rapporti interculturali e interconfessionali. Fra presunte origini ebraiche e l’appartenenza al credo cattolico o riformato, la difficoltà nel definirne chiaramente l’identità, la provenienza e la fede costituì una loro caratteristica fondamentale, decisiva nel confronto con i più diversi contesti, fra cui quello di Livorno. Grazie all’analisi di fonti archivistiche italiane e olandesi inedite, il saggio si propone di ampliare ulteriormente la già ricca storiografia sul porto toscano e la dinastia medicea.1 Lo studio approfondito delle vicende dei Lus e dei loro rapporti con la corte di Ferdinando I offrirà una preziosa testimonianza dei fenomeni politici, economici e sociali che hanno caratterizzato la fase iniziale dello sviluppo di Livorno, contribuendo alla nostra comprensione di questa fase cruciale della storia toscana e globale.

Da Amsterdam a Livorno. I commerci internazionali della famiglia Lus

Massimo Bomboni
First
2024-01-01

Abstract

In un’epoca di grandi cambiamenti come i decenni a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, le politiche lungimiranti dei Granduchi di Toscana riuscirono a trasformare il modesto porto di Livorno in un importante crocevia del commercio internazionale. Le leggi Livornine di Ferdinando I de’ Medici (r. 1587-1609) furono fra i principali fattori di questo successo. Mentre il Mediterraneo stava progressivamente perdendo la sua centralità, l’attrazione di una variegata e dinamica popolazione straniera, mediante agevolazioni fiscali e tolleranza religiosa, consentì di inserire il porto nelle nuove direttrici e network commerciali internazionali. L’intreccio fra le iniziative private dei nuovi abitanti di Livorno – mercanti, artigiani e uomini di mare – e le ambizioni di grandezza dei Medici diede spesso vita a interessanti collaborazioni che, con alterni successi, cercarono di ampliare l’orizzonte economico-politico del Granducato, proiettandolo su uno scenario sempre più globale. In questo contesto dinamico, la famiglia Lus di Amsterdam emerse per la sua intraprendenza e particolare sinergia con la corte di Ferdinando I e rappresenta per noi un importante osservatorio della realtà dei primi anni di sviluppo del porto. Dal loro insediamento a Livorno negli anni ’90, in poco tempo riuscirono a consolidare un rapporto di fiducia con il granduca, diventandone fondamentali agenti commerciali e informatori. Intenzionati ad accrescere il volume dei propri affari nel Mediterraneo, questi mercanti furono promotori di numerose imprese commerciali volte a collegare Livorno con mercati di difficile accesso per i Toscani, come la Russia e le Indie. Ma quello dei Lus è anche un esempio delle sfide legate ai rapporti interculturali e interconfessionali. Fra presunte origini ebraiche e l’appartenenza al credo cattolico o riformato, la difficoltà nel definirne chiaramente l’identità, la provenienza e la fede costituì una loro caratteristica fondamentale, decisiva nel confronto con i più diversi contesti, fra cui quello di Livorno. Grazie all’analisi di fonti archivistiche italiane e olandesi inedite, il saggio si propone di ampliare ulteriormente la già ricca storiografia sul porto toscano e la dinastia medicea.1 Lo studio approfondito delle vicende dei Lus e dei loro rapporti con la corte di Ferdinando I offrirà una preziosa testimonianza dei fenomeni politici, economici e sociali che hanno caratterizzato la fase iniziale dello sviluppo di Livorno, contribuendo alla nostra comprensione di questa fase cruciale della storia toscana e globale.
2024
La Livornina Alle origini di Livorno, città cosmopolita in età moderna
Viella srl
I libri di Viella
514
67
107
9791254697252
età moderna, storia economica, Livorno, Granducato di Toscana, Amsterdam, Storia Ebraica, storia diplomatica
Massimo Bomboni
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Descrizione: Da Amsterdam a Livorno
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/2072182
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