Pensare al concetto d’indeterminatezza giuridica nell’ambito delle regole amministrative e della discrezionalità della loro applicazione, per di più in relazione a una nozione piuttosto sfuggente e moralmente connotata come quella di merito, per chi si occupa di filosofia, rinvia immediatamente al tema dei margini interpretativi. Il merito, oltretutto, è un concetto che porta con sé un retroterra di premesse che affondano le radici nella definizione della persona (il merito è sempre inerente a una sua azione), nel concetto di bene (merita chi ha agito in vista di esso, comunque lo si definisca), in quello di libertà (alla base di ogni azione che possa essere giudicata “meritevole di”) e, dunque, in ultima istanza, in un paradigma morale di riferimento (che definisce cosa si debba intendere per bene, permettendo di discernere nella pluralità dei comportamenti umani quello davvero meritevole di lode). Credo pertanto che il concetto di merito si situi in una zona interstiziale tra diritto ed etica, dovendo per forza la norma – che sancisce il fatto di meritare qualcosa – fare riferimento a un sistema culturale, anche non esplicitamente codificato, che predetermina, sulla base di consuetudini, credenze e precognizioni di ordine morale riconosciute in un certo ambito storico-sociale, cosa sia degno di lode.
In concetti giuridici indeterminati. Volto e repraesentatio tra arte, filosofia e diritto, in Il nuovo merito amministrativo
GIanluca Cuozzo
2025-01-01
Abstract
Pensare al concetto d’indeterminatezza giuridica nell’ambito delle regole amministrative e della discrezionalità della loro applicazione, per di più in relazione a una nozione piuttosto sfuggente e moralmente connotata come quella di merito, per chi si occupa di filosofia, rinvia immediatamente al tema dei margini interpretativi. Il merito, oltretutto, è un concetto che porta con sé un retroterra di premesse che affondano le radici nella definizione della persona (il merito è sempre inerente a una sua azione), nel concetto di bene (merita chi ha agito in vista di esso, comunque lo si definisca), in quello di libertà (alla base di ogni azione che possa essere giudicata “meritevole di”) e, dunque, in ultima istanza, in un paradigma morale di riferimento (che definisce cosa si debba intendere per bene, permettendo di discernere nella pluralità dei comportamenti umani quello davvero meritevole di lode). Credo pertanto che il concetto di merito si situi in una zona interstiziale tra diritto ed etica, dovendo per forza la norma – che sancisce il fatto di meritare qualcosa – fare riferimento a un sistema culturale, anche non esplicitamente codificato, che predetermina, sulla base di consuetudini, credenze e precognizioni di ordine morale riconosciute in un certo ambito storico-sociale, cosa sia degno di lode.| File | Dimensione | Formato | |
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