Canapa, ginestra e juta, rilanciate nel periodo autarchico come fibre congiuntamente tenaci e duttili, hanno offerto un grande contributo al processo di rinnovamento della produzione tessile, con una ricaduta immediata nel campo della moda e dell’arredamento. Le piante rustiche della tradizione, divenute le “fibre dell’Impero”, hanno ispirato la ricerca, portando alla definizione di brevetti tecnologici e nuovi marchi industriali. La loro promozione passa dalle grandi esposizioni nazionali alle pagine di moda delle riviste femminili, che danno un contributo fondamentale alla creazione di un immaginario e alla formazione del gusto attraverso un linguaggio e una narrazione capaci di parlare contemporaneamente alla ragione e al cuore. La riscoperta delle fibre vegetali povere come risorsa essenziale per una moda responsabile è oggi sostenuta dalla consapevolezza dell’urgenza di una riconversione delle attuali forme di produzione e dalla ricerca di soluzioni eco-sostenibili. La rivoluzione verde rilancia la ginestra («oro delle colline»), ma anche il bambù («una foresta» da «indossare»), accanto all’abaca, all’orange fiber e alle pelli vegetali realizzate con tecniche innovative e a basso impatto. Una nuova narrazione accompagna la costruzione della moderna sensibilità green; un nuovo linguaggio di matrice globale sposta il piano del discorso dal locale al sovranazionale. Il contributo si propone di evidenziare il rapporto tra continuità e innovazione nelle scelte linguistiche legate alla promozione dei nuovi materiali naturali, restituendo i primi risultati dell’analisi diacronica di fonti lessicografiche e testi settoriali storici e contemporanei.

Giallo come la ginestra, verde come il futuro: le nuove suggestioni delle fibre ritrovate

Elena Papa
2025-01-01

Abstract

Canapa, ginestra e juta, rilanciate nel periodo autarchico come fibre congiuntamente tenaci e duttili, hanno offerto un grande contributo al processo di rinnovamento della produzione tessile, con una ricaduta immediata nel campo della moda e dell’arredamento. Le piante rustiche della tradizione, divenute le “fibre dell’Impero”, hanno ispirato la ricerca, portando alla definizione di brevetti tecnologici e nuovi marchi industriali. La loro promozione passa dalle grandi esposizioni nazionali alle pagine di moda delle riviste femminili, che danno un contributo fondamentale alla creazione di un immaginario e alla formazione del gusto attraverso un linguaggio e una narrazione capaci di parlare contemporaneamente alla ragione e al cuore. La riscoperta delle fibre vegetali povere come risorsa essenziale per una moda responsabile è oggi sostenuta dalla consapevolezza dell’urgenza di una riconversione delle attuali forme di produzione e dalla ricerca di soluzioni eco-sostenibili. La rivoluzione verde rilancia la ginestra («oro delle colline»), ma anche il bambù («una foresta» da «indossare»), accanto all’abaca, all’orange fiber e alle pelli vegetali realizzate con tecniche innovative e a basso impatto. Una nuova narrazione accompagna la costruzione della moderna sensibilità green; un nuovo linguaggio di matrice globale sposta il piano del discorso dal locale al sovranazionale. Il contributo si propone di evidenziare il rapporto tra continuità e innovazione nelle scelte linguistiche legate alla promozione dei nuovi materiali naturali, restituendo i primi risultati dell’analisi diacronica di fonti lessicografiche e testi settoriali storici e contemporanei.
2025
15
1
87
98
https://zmj.unibo.it/article/view/21930/19939
autarchia linguistica, lessico della moda, green, ginestra, tessuti ecosostenibili
Elena Papa
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