La minaccia persiana fu sempre motivo di angoscia per Antiochia e i suoi abitanti, soprattutto dopo il cambio dinastico tra Arsacidi e Sasanidi sul trono persiano negli anni Venti del III secolo d.C. La città era infatti relativamente prossima alla frontiera mesopotamica e quindi finiva con l’essere la retrovia più immediata delle truppe che operavano in quel settore. Ciò che accrebbe il suo ruolo strategico nell’area nel corso del III secolo, ma anche i rischi connessi con la delicatezza della sua posizione. Attraverso la storiografia e la letteratura coeva e posteriore (Cassio Dione, Erodiano, Historia Augusta, Libanio, Giovanni Malalas) si intende considerare il rapporto contrastato tra la capitale siriana e il suo potente vicino nei decenni centrali del III secolo, dalle prime spedizioni antipersiane di Alessandro Severo e Gordiano III alla minaccia diretta per la città rappresentata dai raid di Shapur I, dal controllo palmireno sulla città e su tutto l’Oriente romano alla restaurazione dell’autorità romana con Aureliano negli anni Settanta. Oltre all’aspetto evenemenziale si vuole riflettere anche sull’impatto psicologico di quanto la città subì nel corso del III secolo. Soprattutto gli eventi dell’occupazione persiana rimasero infatti a tal punto vivi nella memoria collettiva da essere drammaticamente trasfigurati nella tradizione successiva, che vi aggiunse particolari aneddotici per sottolinearne il rilievo angoscioso per chi li visse.
Antiochia e i Sassanidi nel III secolo: realtà e memoria storica.
Pellizzari Andrea
2025-01-01
Abstract
La minaccia persiana fu sempre motivo di angoscia per Antiochia e i suoi abitanti, soprattutto dopo il cambio dinastico tra Arsacidi e Sasanidi sul trono persiano negli anni Venti del III secolo d.C. La città era infatti relativamente prossima alla frontiera mesopotamica e quindi finiva con l’essere la retrovia più immediata delle truppe che operavano in quel settore. Ciò che accrebbe il suo ruolo strategico nell’area nel corso del III secolo, ma anche i rischi connessi con la delicatezza della sua posizione. Attraverso la storiografia e la letteratura coeva e posteriore (Cassio Dione, Erodiano, Historia Augusta, Libanio, Giovanni Malalas) si intende considerare il rapporto contrastato tra la capitale siriana e il suo potente vicino nei decenni centrali del III secolo, dalle prime spedizioni antipersiane di Alessandro Severo e Gordiano III alla minaccia diretta per la città rappresentata dai raid di Shapur I, dal controllo palmireno sulla città e su tutto l’Oriente romano alla restaurazione dell’autorità romana con Aureliano negli anni Settanta. Oltre all’aspetto evenemenziale si vuole riflettere anche sull’impatto psicologico di quanto la città subì nel corso del III secolo. Soprattutto gli eventi dell’occupazione persiana rimasero infatti a tal punto vivi nella memoria collettiva da essere drammaticamente trasfigurati nella tradizione successiva, che vi aggiunse particolari aneddotici per sottolinearne il rilievo angoscioso per chi li visse.| File | Dimensione | Formato | |
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