L’opera intende ricostruire la nozione di merito amministrativo, sottolineando le implicazioni di più ampio respiro che l’esito della stessa operazione comporta, non limitate al diritto amministrativo sostanziale e processuale, ma riflettenti nuovi equilibri nei rapporti tra poteri dello Stato. Il Volume è collettaneo e raccoglie contributi provenienti dal mondo accademico, giuridico e filosofico, nonché dalla magistratura amministrativa e contabile, proprio in ragione della dimensione interdisciplinare che la nozione stessa di “merito” ontologicamente assume. Già gli studi monografici che negli anni ’30 dello scorso secolo furono dedicati al tema, invero insoddisfacenti per eccesso d’impeto classificatorio o per agevole attrazione del merito verso la discrezionalità, rinviavano alle costruzioni filosofiche, quale fondamento dei concetti giuridici indeterminati e del rapporto tra opportunità e legittimità nell’azione dei pubblici poteri. L’indagine che segue è propiziata da una riflessione filosofica introduttiva ed è poi bipartita: studia dapprima il merito tra procedimento e processo (concentrandosi sul rapporto giuridico amministrativo), successivamente il merito come comportamento (soffermandosi sulla condotta dell’amministrazione e dei suoi agenti). Il contributo riprende in particolare la risalente e controversa teorica del merito amministrativo e della qualificazione delle regole d’opportunità per la migliore scelta nell’interesse pubblico, al fine di cogliere quali espressioni del merito così definite possano persistere nell’attuale contesto ordinamentale. Ravvisa una controtendenza, rispetto all’espansione della scelta “libera” dell’amministrazione, nel recupero del sindacato giurisdizionale di legittimità riferito ad ambiti d’attività precedentemente sottratti allo scrutinio del giudice. Invero si tratta di un processo non irreversibile, posto che lo spazio del merito può essere mantenuto insieme ad un rafforzamento della capacità amministrativa da parte dell’ordinamento giuridico (una maggiore fiducia nell’amministrazione, nella sua organizzazione e attività, dovrebbe limitare l’ampliamento del sindacato giurisdizionale). Esaminando i recenti orientamenti giurisprudenziali, lo studio coglie una nuova manifestazione del rapporto tra giudizio di fatto e giudizio di valore, laddove il principio (prescrittivo) assegna un valore e impone la regola di giudizio per interpretare il fatto controverso (descrittivo), secondo una rinnovata manifestazione di neoempirismo.

Il nuovo merito amministrativo

FOA' Sergio
2025-01-01

Abstract

L’opera intende ricostruire la nozione di merito amministrativo, sottolineando le implicazioni di più ampio respiro che l’esito della stessa operazione comporta, non limitate al diritto amministrativo sostanziale e processuale, ma riflettenti nuovi equilibri nei rapporti tra poteri dello Stato. Il Volume è collettaneo e raccoglie contributi provenienti dal mondo accademico, giuridico e filosofico, nonché dalla magistratura amministrativa e contabile, proprio in ragione della dimensione interdisciplinare che la nozione stessa di “merito” ontologicamente assume. Già gli studi monografici che negli anni ’30 dello scorso secolo furono dedicati al tema, invero insoddisfacenti per eccesso d’impeto classificatorio o per agevole attrazione del merito verso la discrezionalità, rinviavano alle costruzioni filosofiche, quale fondamento dei concetti giuridici indeterminati e del rapporto tra opportunità e legittimità nell’azione dei pubblici poteri. L’indagine che segue è propiziata da una riflessione filosofica introduttiva ed è poi bipartita: studia dapprima il merito tra procedimento e processo (concentrandosi sul rapporto giuridico amministrativo), successivamente il merito come comportamento (soffermandosi sulla condotta dell’amministrazione e dei suoi agenti). Il contributo riprende in particolare la risalente e controversa teorica del merito amministrativo e della qualificazione delle regole d’opportunità per la migliore scelta nell’interesse pubblico, al fine di cogliere quali espressioni del merito così definite possano persistere nell’attuale contesto ordinamentale. Ravvisa una controtendenza, rispetto all’espansione della scelta “libera” dell’amministrazione, nel recupero del sindacato giurisdizionale di legittimità riferito ad ambiti d’attività precedentemente sottratti allo scrutinio del giudice. Invero si tratta di un processo non irreversibile, posto che lo spazio del merito può essere mantenuto insieme ad un rafforzamento della capacità amministrativa da parte dell’ordinamento giuridico (una maggiore fiducia nell’amministrazione, nella sua organizzazione e attività, dovrebbe limitare l’ampliamento del sindacato giurisdizionale). Esaminando i recenti orientamenti giurisprudenziali, lo studio coglie una nuova manifestazione del rapporto tra giudizio di fatto e giudizio di valore, laddove il principio (prescrittivo) assegna un valore e impone la regola di giudizio per interpretare il fatto controverso (descrittivo), secondo una rinnovata manifestazione di neoempirismo.
2025
Giappichelli
1
353
978-88-759-0342-8
https://www.giappichelli.it/il-nuovo-merito-amministrativo-9791221113334
Diritto amministrativo, pubblica amministrazione, merito amministrativo, discrezionalità amministrativa, sindacato giurisdizionale.
FOA' Sergio
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