La rivolta del sale in un poema di Pavel Vasil’ev, poeta contadino vittima del regime staliniano. Nel maggio del 1648 – in un’epoca considerata, secondo alcune periodizzazioni, ‘medievale’ – il popolo moscovita, esasperato dalla politica fiscale dello zar Alessio I e, in particolare, dell’imposizione di un’onerosa tassa sul sale e sulla vendita del tabacco, diede avvio a una rivolta di vasta portata. Fu quindi avviato un processo di revisione della legislazione russa, al fine di istituzionalizzare l’uguaglianza di tutte le classi sociali davanti agli organi della giustizia. In realtà il tentativo di superare gli antagonismi sociali fallì e scoppiarono numerose ribellioni in varie città della Moscovia, come Novgorod e Pskov (1650). Poco meno di tre secoli dopo, la rivolta del sale doveva ispirare a Pavel Vasil’ev (1910-1937) una potente narrazione poetica, Soljanoj bunt (La rivolta del sale), pubblicata in volume nel 1933 e dedicata alla violenta quanto vana ribellione dei pastori kirgizi contro i cosacchi di Siberia, al servizio dello zar, scoppiata nel XIX secolo. Il tema della titanica rivolta della massa contro il potere diviene icastico racconto poetico, che a sua volta dà luogo a un tragico epilogo, di nuovo consegnato alla Storia: il giovane poeta siberiano, accusato di appartenere a un’organizzazione terroristica finalizzata all’eliminazione di Stalin, venne fucilato il 16 giugno 1937. A partire dalla ricorrenza storico-letteraria del tema dell’opposizione fra potere e popolo, nella cultura russa, il presente contributo si propone di rilevare, nel poema Soljanoi bunt, l’incontro di tempi e spazi lontani, ma uniti da una visione alimentata da un contesto tragicamente analogo.
La Rivolta del sale a Mosca e quella siberiana dei versi di Pavel Vasil’ev, vittima del terrore staliniano
Giulia Baselica
2024-01-01
Abstract
La rivolta del sale in un poema di Pavel Vasil’ev, poeta contadino vittima del regime staliniano. Nel maggio del 1648 – in un’epoca considerata, secondo alcune periodizzazioni, ‘medievale’ – il popolo moscovita, esasperato dalla politica fiscale dello zar Alessio I e, in particolare, dell’imposizione di un’onerosa tassa sul sale e sulla vendita del tabacco, diede avvio a una rivolta di vasta portata. Fu quindi avviato un processo di revisione della legislazione russa, al fine di istituzionalizzare l’uguaglianza di tutte le classi sociali davanti agli organi della giustizia. In realtà il tentativo di superare gli antagonismi sociali fallì e scoppiarono numerose ribellioni in varie città della Moscovia, come Novgorod e Pskov (1650). Poco meno di tre secoli dopo, la rivolta del sale doveva ispirare a Pavel Vasil’ev (1910-1937) una potente narrazione poetica, Soljanoj bunt (La rivolta del sale), pubblicata in volume nel 1933 e dedicata alla violenta quanto vana ribellione dei pastori kirgizi contro i cosacchi di Siberia, al servizio dello zar, scoppiata nel XIX secolo. Il tema della titanica rivolta della massa contro il potere diviene icastico racconto poetico, che a sua volta dà luogo a un tragico epilogo, di nuovo consegnato alla Storia: il giovane poeta siberiano, accusato di appartenere a un’organizzazione terroristica finalizzata all’eliminazione di Stalin, venne fucilato il 16 giugno 1937. A partire dalla ricorrenza storico-letteraria del tema dell’opposizione fra potere e popolo, nella cultura russa, il presente contributo si propone di rilevare, nel poema Soljanoi bunt, l’incontro di tempi e spazi lontani, ma uniti da una visione alimentata da un contesto tragicamente analogo.| File | Dimensione | Formato | |
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