La traduzione della narrativa fantastica, da intendersi qui nella sua accezione più ristretta e attuale incarnata dalla fantasy e da generi affini, implica una serie articolata di considerazioni traduttologiche che non riguardano solo aspetti linguistici e stilistici, ma chiama in causa fattori di più ampio respiro, come le dinamiche editoriali, la posizione del testo tradotto all’interno del canone e del polisistema di arrivo, gli orizzonti di attesa del lettore, il rapporto tra letteratura e altri media. La rappresentazione di mondi immaginari, a cavallo tra schematicità e creatività, impone ai traduttori una riformulazione di realtà sprovviste di referenti al di fuori del testo e di confrontarsi con una resa dell’alterità che nella fantasy assume contorni ontologicamente definiti, in quanto assoluta e programmatica. A impattare sulla traduzione è anche l’ambiguo status ontologico della letteratura fantastica, non più considerata come genere esclusivamente di consumo, ma neppure del tutto sdoganata come letteratura tout court. Gli effetti sono visibili sul piano delle strategie di resa, che incorrono spesso in un maggiore addomesticamento, naturalizzazione, infantilizzazione delle traduzioni, o nella modifica dei titoli delle opere e nella loro presentazione secondo una certa idea preconcetta delle supposte aspettative del lettore. Ulteriori fattori connessi alla natura del fantastico condizionano la sua dimensione editoriale e le dinamiche di ricezione (serializzazione, affezione, fidelizzazione e transmedialità), agendo anche sull’aspetto traduttivo e aggiungendo ulteriori livelli di complessità. I contributi presenti in questo numero hanno l’obiettivo di rispondere almeno in parte alle questioni fin qui sollevate, col fine ultimo di stimolare un dibattito e un approfondimento che, in ambito traduttologico, risulta ancora carente.

Tradurre il fantastico. Dinamiche, strategie, rappresentazioni

Alessandro Amenta;Dario Prola;
2025-01-01

Abstract

La traduzione della narrativa fantastica, da intendersi qui nella sua accezione più ristretta e attuale incarnata dalla fantasy e da generi affini, implica una serie articolata di considerazioni traduttologiche che non riguardano solo aspetti linguistici e stilistici, ma chiama in causa fattori di più ampio respiro, come le dinamiche editoriali, la posizione del testo tradotto all’interno del canone e del polisistema di arrivo, gli orizzonti di attesa del lettore, il rapporto tra letteratura e altri media. La rappresentazione di mondi immaginari, a cavallo tra schematicità e creatività, impone ai traduttori una riformulazione di realtà sprovviste di referenti al di fuori del testo e di confrontarsi con una resa dell’alterità che nella fantasy assume contorni ontologicamente definiti, in quanto assoluta e programmatica. A impattare sulla traduzione è anche l’ambiguo status ontologico della letteratura fantastica, non più considerata come genere esclusivamente di consumo, ma neppure del tutto sdoganata come letteratura tout court. Gli effetti sono visibili sul piano delle strategie di resa, che incorrono spesso in un maggiore addomesticamento, naturalizzazione, infantilizzazione delle traduzioni, o nella modifica dei titoli delle opere e nella loro presentazione secondo una certa idea preconcetta delle supposte aspettative del lettore. Ulteriori fattori connessi alla natura del fantastico condizionano la sua dimensione editoriale e le dinamiche di ricezione (serializzazione, affezione, fidelizzazione e transmedialità), agendo anche sull’aspetto traduttivo e aggiungendo ulteriori livelli di complessità. I contributi presenti in questo numero hanno l’obiettivo di rispondere almeno in parte alle questioni fin qui sollevate, col fine ultimo di stimolare un dibattito e un approfondimento che, in ambito traduttologico, risulta ancora carente.
2025
68
numero speciale
5
11
http://siba-ese.unisalento.it/index.php/linguelinguaggi/article/view/30910
traduzione, fantastico, mercato editoriale, polisistema letterario, media, letterature comparate
Alessandro Amenta, Dario Prola, Natascia Barrale
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