Vi sono, oltre quasi ogni ragionevole dubbio, poche materie che abbiano occupato, nella storia della filosofia, delle religioni, nonché delle scienze, lo spazio dedicato alla riflessione sul corpo umano. Di materia, tanto nella dimensione di consistenza fisica di un’entità, quanto in quella di oggetto di discernimento e discussione, si tratta precipuamente quanto si interroga il corpo, quale spazio di estensione di una soggettività individuale e umana. Il terreno di indagine è dunque fertile, mentre il repertorio cui attingere sul piano storico è pressoché illimitato. Cionondimeno, il ciclo di incontri dal titolo «Corpi credenti. Le religioni e il governo del corpo», organizzato nell’ambito del Progetto di Eccellenza 2023-2027 del Dipartimento di Giurisprudenza, a cura delle prof.sse Ilaria Zuanazzi e Maria Chiara Ruscazio, ha costituito un unicum. Si è trattato infatti di porsi – e porre – in relazione prospettive intellettuali, statuti giuridici e confessioni religiosi tra loro distinte – e distanti – al fine di rintracciare proficuamente i contemporanei punti di incontro e/o frizione nella riflessione sul corpo umano. In particolare, il 16 novembre 2023, l’evento dal titolo «Il corpo persona. La dimensione bioetica nelle tradizioni religiose» ha permesso il giovevole incontro tra visuali sovente ritenute oltremisura discoste per poter consentire una ragionevole interrelazione. Non costituisce indubbiamente mistero come il panorama del dibattito pubblico italiano, e talvolta addirittura quello della dottrina giuridica, tenda a polarizzarsi e successivamente cristallizzarsi attorno al contrasto tra una visione secolare, laica, e una religiosa, per lo più cristiano-cattolica, della bioetica e dei suoi temi. L’occasione è stata invece tangibilmente orientata all’incontro, allo scambio e all’arricchimento reciproco. Nelle pagine che seguiranno, si cercherà di dare contezza di un intervento volto sì a perimetrare il significato che il corpo umano assume nella bioetica secolare, laica, ma anche a offrire una sintesi degli interventi della giornata di studi, quale tentativo di istituire parallelismi e/o fratture esistenti nell’approccio, nel metodo e nella teoria che concernono, appunto, il corpo. D’altronde, se è vero che la natura, il valore e le implicazioni morali dell’espressione della corporeità sono stati esplorati, nonché interpretati, dalle diverse tradizioni religiose, dai sistemi etici laici e dalle scienze biologiche, va da sé come esaminare il corpo in queste differenti prospettive non costituisca meramente un atto di comprensione intellettuale, ma anche un’opportunità per discutere le nozioni di autonomia (e autodeterminazione), dignità e benessere. Nozioni che si collocano oggi giorno al centro del dibattito democratico delle società multiculturali occidentali, rispetto al quale il corpo è sì oggetto, ma nondimeno soggetto. Un’ambivalenza sfidante, rispetto alla quale l’incontro di cui si rende conto in queste righe è risultato affascinante in virtù delle relazioni intessute tra la prospettiva laica e le visioni cristiane (la cattolica, la protestante, l’ortodossa), islamica, ebraica, induista e buddhista
Il corpo nella bioetica secolare tradizionale da res sperimentale a spazio di affermazione dell’autodeterminazione individuale.
tullia penna
2025-01-01
Abstract
Vi sono, oltre quasi ogni ragionevole dubbio, poche materie che abbiano occupato, nella storia della filosofia, delle religioni, nonché delle scienze, lo spazio dedicato alla riflessione sul corpo umano. Di materia, tanto nella dimensione di consistenza fisica di un’entità, quanto in quella di oggetto di discernimento e discussione, si tratta precipuamente quanto si interroga il corpo, quale spazio di estensione di una soggettività individuale e umana. Il terreno di indagine è dunque fertile, mentre il repertorio cui attingere sul piano storico è pressoché illimitato. Cionondimeno, il ciclo di incontri dal titolo «Corpi credenti. Le religioni e il governo del corpo», organizzato nell’ambito del Progetto di Eccellenza 2023-2027 del Dipartimento di Giurisprudenza, a cura delle prof.sse Ilaria Zuanazzi e Maria Chiara Ruscazio, ha costituito un unicum. Si è trattato infatti di porsi – e porre – in relazione prospettive intellettuali, statuti giuridici e confessioni religiosi tra loro distinte – e distanti – al fine di rintracciare proficuamente i contemporanei punti di incontro e/o frizione nella riflessione sul corpo umano. In particolare, il 16 novembre 2023, l’evento dal titolo «Il corpo persona. La dimensione bioetica nelle tradizioni religiose» ha permesso il giovevole incontro tra visuali sovente ritenute oltremisura discoste per poter consentire una ragionevole interrelazione. Non costituisce indubbiamente mistero come il panorama del dibattito pubblico italiano, e talvolta addirittura quello della dottrina giuridica, tenda a polarizzarsi e successivamente cristallizzarsi attorno al contrasto tra una visione secolare, laica, e una religiosa, per lo più cristiano-cattolica, della bioetica e dei suoi temi. L’occasione è stata invece tangibilmente orientata all’incontro, allo scambio e all’arricchimento reciproco. Nelle pagine che seguiranno, si cercherà di dare contezza di un intervento volto sì a perimetrare il significato che il corpo umano assume nella bioetica secolare, laica, ma anche a offrire una sintesi degli interventi della giornata di studi, quale tentativo di istituire parallelismi e/o fratture esistenti nell’approccio, nel metodo e nella teoria che concernono, appunto, il corpo. D’altronde, se è vero che la natura, il valore e le implicazioni morali dell’espressione della corporeità sono stati esplorati, nonché interpretati, dalle diverse tradizioni religiose, dai sistemi etici laici e dalle scienze biologiche, va da sé come esaminare il corpo in queste differenti prospettive non costituisca meramente un atto di comprensione intellettuale, ma anche un’opportunità per discutere le nozioni di autonomia (e autodeterminazione), dignità e benessere. Nozioni che si collocano oggi giorno al centro del dibattito democratico delle società multiculturali occidentali, rispetto al quale il corpo è sì oggetto, ma nondimeno soggetto. Un’ambivalenza sfidante, rispetto alla quale l’incontro di cui si rende conto in queste righe è risultato affascinante in virtù delle relazioni intessute tra la prospettiva laica e le visioni cristiane (la cattolica, la protestante, l’ortodossa), islamica, ebraica, induista e buddhista| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
0a7cb24a5dfc97d65c616326c1b773d9-pagine.pdf
Accesso aperto
Dimensione
981.34 kB
Formato
Adobe PDF
|
981.34 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



