La componente gioiosa e celebrativa è inscritta da sempre nel termine festival, associandosi nell’immaginario collettivo a un’occasione – puntuale e determinata nel tempo e nello spazio – di connessione reciproca, festa e condivisione. Pratiche rituali, dunque, “effervescenti” (se vogliamo usare un termine familiare agli studi di Durkheim) che si basano sulla prossimità, l’eccezionalità e la frammentazione del tempo e dello spazio di quell’evento, a cui l’individuo si dedica totalmente in quel preciso istante, permettendo a quel luogo di essere vissuto con un nuovo sguardo.
Pratiche di contaminazione: il festival come “teatro diffuso” sul territorio. La danza e il circo contemporaneo in Piemonte
Andrea Zardi
2025-01-01
Abstract
La componente gioiosa e celebrativa è inscritta da sempre nel termine festival, associandosi nell’immaginario collettivo a un’occasione – puntuale e determinata nel tempo e nello spazio – di connessione reciproca, festa e condivisione. Pratiche rituali, dunque, “effervescenti” (se vogliamo usare un termine familiare agli studi di Durkheim) che si basano sulla prossimità, l’eccezionalità e la frammentazione del tempo e dello spazio di quell’evento, a cui l’individuo si dedica totalmente in quel preciso istante, permettendo a quel luogo di essere vissuto con un nuovo sguardo.File in questo prodotto:
| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
PDF ED_La scena (in) centrifuga_ZARDI.pdf
Accesso riservato
Tipo di file:
PDF EDITORIALE
Dimensione
1.39 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.39 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



