La guerra di successione spagnola trasformò non solo la geografia politica dell’Italia, ma anche gli equilibri nel Mediterraneo e il rapporto di forza tra le maggiori potenze europee. Fra gli antichi Stati italiani, il Ducato di Savoia fu tra i più esposti, passando rapidamente, fra il 1702 e il 1703, dall’intesa con i Borbone a un cambio repentino di accordi con il partito filo-austriacante, che a fine Seicento aveva già fatto incontrare le mire di Torino e di Vienna durante la guerra della Lega d’Augusta, altrimenti nota come Guerra dei Nove Anni o della Grande Alleanza. Un ruolo decisivo nel tessere i rapporti della corte torinese con la Francia era stato giocato, in un primo momento, dalle nozze della figlia di Vittorio Amedeo II, Maria Luisa Gabriella di Savoia, con Filippo di Borbone, futuro re di Spagna. La situazione cambiò con la rottura delle alleanze e dopo la morte della Savoia nel 1714. La pace di Utrecht (1713) aveva assegnato a Vittorio Amedeo II di Savoia la corona reale sulla Sicilia, affidandola al governo di una nuova generazione di capaci funzionai e diplomatici sabaudi, che tuttavia trovarono nella corte dei Borbone di Spagna ostilità sfociate nella nascita della Quadruplice alleanza e in altre operazioni militari nel Mediterraneo. I Savoia dovettero infine cedere la Sicilia in cambio della Sardegna (1720), dopo lunghi e logoranti tentativi di far accogliere a Madrid, attraverso i propri inviati, le istanze di uno Stato di media grandezza, ma di rango ormai regale.

La corte torinese e l’ascesa al trono di Filippo V: prime reazioni nei carteggi degli inviati sabaudi (1713-1718)

Bianchi, P
In corso di stampa

Abstract

La guerra di successione spagnola trasformò non solo la geografia politica dell’Italia, ma anche gli equilibri nel Mediterraneo e il rapporto di forza tra le maggiori potenze europee. Fra gli antichi Stati italiani, il Ducato di Savoia fu tra i più esposti, passando rapidamente, fra il 1702 e il 1703, dall’intesa con i Borbone a un cambio repentino di accordi con il partito filo-austriacante, che a fine Seicento aveva già fatto incontrare le mire di Torino e di Vienna durante la guerra della Lega d’Augusta, altrimenti nota come Guerra dei Nove Anni o della Grande Alleanza. Un ruolo decisivo nel tessere i rapporti della corte torinese con la Francia era stato giocato, in un primo momento, dalle nozze della figlia di Vittorio Amedeo II, Maria Luisa Gabriella di Savoia, con Filippo di Borbone, futuro re di Spagna. La situazione cambiò con la rottura delle alleanze e dopo la morte della Savoia nel 1714. La pace di Utrecht (1713) aveva assegnato a Vittorio Amedeo II di Savoia la corona reale sulla Sicilia, affidandola al governo di una nuova generazione di capaci funzionai e diplomatici sabaudi, che tuttavia trovarono nella corte dei Borbone di Spagna ostilità sfociate nella nascita della Quadruplice alleanza e in altre operazioni militari nel Mediterraneo. I Savoia dovettero infine cedere la Sicilia in cambio della Sardegna (1720), dopo lunghi e logoranti tentativi di far accogliere a Madrid, attraverso i propri inviati, le istanze di uno Stato di media grandezza, ma di rango ormai regale.
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guerra di successione spagnola, Filippo V, Regno di Sicilia, pace di Utrecht
Bianchi, P
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