La nascita dell’Unione Economica e Monetaria Europea costituisce il punto di arrivo di due percorsi. Il primo riguarda il processo di crescente integrazione economica che a livello europea si è avviato con il Trattato di Roma del 1957. Il secondo è legato alle trasformazioni avvenute nell’ordinamento monetario internazionale a partire dalla crisi del Sistema di Bretton Woods dei primi anni Settanta. E’ proprio durante questo decennio che in Europa è avvenuta una prima sperimentazione di un meccanismo di cambi fissi a livello locale: sperimentazione che aveva incontrato non poche difficoltà e attraversato non pochi momenti critici. Con il Sistema Monetario Europeo del 1979 l’Europa introduce al proprio interno un complesso meccanismo di sistema a cambi fissi con fascia di oscillazione, che vede la nascita di una moneta “paniere” europea,cioè dell’ECU. Anche il Sistema Monetario Europea attraversa momenti particolarmente delicati, ma dimostra alla fine buone capacità di tenuta. Nel 1992 l’idea quasi utopica di moneta comune europea viene formalizzata nel trattato di Maastricht, che contiene un progetto che dovrebbe essere varato, se ci saranno le condizioni, nel 1997 o, in alternativa, nel 1999. Il progetto fissa alcune condizioni, per l’ammissione all’Unione Monetaria, condizioni universalmente note come “parametri di Maastricht”. La loro ragion d’essere sta nella necessità di evitare che un paese, entrando intempestivamente nell’Unione Monetaria, finisca con danneggiare se stesso o gli altri paesi. Nel corso del 1998 la verifica condotta porta ad identificare undici paesi (fra cui l’Italia), che potranno dar vita, a partire dal gennaio 1999, alla nuova area, caratterizzata dall’adozione della valuta unica chiamata euro. Si tratta di una partenza non facile, anche per le discussioni legate ai possibili effetti inflazionistici del change-over, ed a dubbi sulla concreta possibilità, da parte di alcuni paesi, di restare a fare parte dell’area dell’euro.

L'Italia nell'euro: ragioni e prospettive

DE BATTISTINI, Roberto
2006-01-01

Abstract

La nascita dell’Unione Economica e Monetaria Europea costituisce il punto di arrivo di due percorsi. Il primo riguarda il processo di crescente integrazione economica che a livello europea si è avviato con il Trattato di Roma del 1957. Il secondo è legato alle trasformazioni avvenute nell’ordinamento monetario internazionale a partire dalla crisi del Sistema di Bretton Woods dei primi anni Settanta. E’ proprio durante questo decennio che in Europa è avvenuta una prima sperimentazione di un meccanismo di cambi fissi a livello locale: sperimentazione che aveva incontrato non poche difficoltà e attraversato non pochi momenti critici. Con il Sistema Monetario Europeo del 1979 l’Europa introduce al proprio interno un complesso meccanismo di sistema a cambi fissi con fascia di oscillazione, che vede la nascita di una moneta “paniere” europea,cioè dell’ECU. Anche il Sistema Monetario Europea attraversa momenti particolarmente delicati, ma dimostra alla fine buone capacità di tenuta. Nel 1992 l’idea quasi utopica di moneta comune europea viene formalizzata nel trattato di Maastricht, che contiene un progetto che dovrebbe essere varato, se ci saranno le condizioni, nel 1997 o, in alternativa, nel 1999. Il progetto fissa alcune condizioni, per l’ammissione all’Unione Monetaria, condizioni universalmente note come “parametri di Maastricht”. La loro ragion d’essere sta nella necessità di evitare che un paese, entrando intempestivamente nell’Unione Monetaria, finisca con danneggiare se stesso o gli altri paesi. Nel corso del 1998 la verifica condotta porta ad identificare undici paesi (fra cui l’Italia), che potranno dar vita, a partire dal gennaio 1999, alla nuova area, caratterizzata dall’adozione della valuta unica chiamata euro. Si tratta di una partenza non facile, anche per le discussioni legate ai possibili effetti inflazionistici del change-over, ed a dubbi sulla concreta possibilità, da parte di alcuni paesi, di restare a fare parte dell’area dell’euro.
2006
2006
739
750
R. DE BATTISTINI
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