All'interno dell'ampia riflessione intorno ai temi della concordia, risulta centrale lo storico Tucidide, il quale attesta, forse per primo, certamente tra i primi, l'uso della voce verbale homonoeo e del sostantivo homonoia all'interno del libro VIII. A questo proposito, l’indagine è tesa anzitutto a dirimere due questioni connesse a questo primato tucidideo: l’incerta datazione di altre attestazioni di homonoia (Democrito, Antifonte e Trasimaco) e il problema relativo ai tempi di scrittura e diffusione del libro VIII di Tucidide. Giungendo ad un’analisi complessiva delle due attestazioni tucididee, appare anzitutto straordinario che, nel contesto del colpo di stato del 411, Tucidide abbia voluto riportarci i termini homonoeo e homonoia proprio all’interno di usi specifici, il giuramento e l’assemblea, che risultano essere le circostanze più naturali, e forse originarie, nelle quali i vocaboli potevano essere utilizzati. Per questo l’uso del termine da parte di Tucidide sembra non derivare da una sensibilità linguistica successiva agli eventi narrati e propria di un tempo di scrittura posteriore alla fine della guerra e alla ricomposizione sociale seguita al colpo di stato dei Trenta. La natura formale delle citazioni potrebbe dimostrare che Tucidide ha riportato fedelmente quanto leggeva in fonti documentarie materialmente riscontrabili. Questo comporterebbe che in quel momento i termini erano già in uso, ma certo non consumati dall’uso, anzi così straordinariamente nuovi da essere utilizzati come slogan in una situazione che si stava profilando sempre più drammatica e nella quale era necessario elaborare un progetto politico su cui tutti potessero o dovessero convergere per andare d’accordo, per pensarla allo stesso modo, ma soprattutto per produrre una coerente azione unitaria della polis al fine di essere forti contro il nemico: in questo senso gli Ateniesi in Attica così come quelli a Samo si sentono al loro interno come una comunità civica di pieno diritto e quindi da orientare all’homonoia per affrontare il nemico esterno.
Giurare e decretare la homonoia. Nota a Thuc. VIII 75, 2 e 93, 3
CUNIBERTI, Gianluca
2007-01-01
Abstract
All'interno dell'ampia riflessione intorno ai temi della concordia, risulta centrale lo storico Tucidide, il quale attesta, forse per primo, certamente tra i primi, l'uso della voce verbale homonoeo e del sostantivo homonoia all'interno del libro VIII. A questo proposito, l’indagine è tesa anzitutto a dirimere due questioni connesse a questo primato tucidideo: l’incerta datazione di altre attestazioni di homonoia (Democrito, Antifonte e Trasimaco) e il problema relativo ai tempi di scrittura e diffusione del libro VIII di Tucidide. Giungendo ad un’analisi complessiva delle due attestazioni tucididee, appare anzitutto straordinario che, nel contesto del colpo di stato del 411, Tucidide abbia voluto riportarci i termini homonoeo e homonoia proprio all’interno di usi specifici, il giuramento e l’assemblea, che risultano essere le circostanze più naturali, e forse originarie, nelle quali i vocaboli potevano essere utilizzati. Per questo l’uso del termine da parte di Tucidide sembra non derivare da una sensibilità linguistica successiva agli eventi narrati e propria di un tempo di scrittura posteriore alla fine della guerra e alla ricomposizione sociale seguita al colpo di stato dei Trenta. La natura formale delle citazioni potrebbe dimostrare che Tucidide ha riportato fedelmente quanto leggeva in fonti documentarie materialmente riscontrabili. Questo comporterebbe che in quel momento i termini erano già in uso, ma certo non consumati dall’uso, anzi così straordinariamente nuovi da essere utilizzati come slogan in una situazione che si stava profilando sempre più drammatica e nella quale era necessario elaborare un progetto politico su cui tutti potessero o dovessero convergere per andare d’accordo, per pensarla allo stesso modo, ma soprattutto per produrre una coerente azione unitaria della polis al fine di essere forti contro il nemico: in questo senso gli Ateniesi in Attica così come quelli a Samo si sentono al loro interno come una comunità civica di pieno diritto e quindi da orientare all’homonoia per affrontare il nemico esterno.File | Dimensione | Formato | |
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