Il diritto alla vita familiare all’esame della Corte di giustizia Stefania Ninatti In tutta Europa stiamo assistendo a progressivi ritocchi, più o meno incisivi, della disciplina tradizionale del diritto di famiglia e di tutta la serie di normative ad esso connesse. La trasformazione legislativa in corso consegue ad un profondo mutamento del concetto stesso di famiglia dovuto ad una più generale evoluzione economica, sociale e culturale, i cui tratti sono ampiamente riconoscibili nell’intero territorio europeo. Se la competenza in materia di famiglia è, di massima, situata a livello nazionale, tuttavia, in maniera più o meno diretta, si sono via via identificati altri possibili interlocutori sul tema: il primo sicuramente è la Corte di Strasburgo che può agire in quest’ambito a garanzia del diritto fondamentale alla vita familiare, così come descritto sinteticamente nell’art. 8 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo. L’attenzione della dottrina rispetto alla giurisprudenza della Corte di Strasburgo si può ritenere che, almeno inizialmente, fosse una soluzione obbligata, stante la generale incompetenza della Corte di Lussemburgo nei riguardi della tutela dei diritti fondamentali, se non attraverso il richiamo dell’art. 6 TUE. Ed in effetti, come noto, la competenza della Corte di giustizia in tale ambito si radica pur sempre solo nella sfera del diritto comunitario, non potendo la stessa assumersi il compito di sindacare la compatibilità di una normativa interna con i diritti fondamentali quali ad esempio espressi nella Convenzione europea. In questi ultimi anni, tuttavia, la Corte di giustizia – proprio attraverso un utilizzo audace dell’art. 6 TUE – sta assumendo sempre più spesso le vesti di garante a tutti gli effetti della tutela dei diritti fondamentali. Così, il terreno di discussione sulla “protezione della famiglia come diritto dell’uomo”, un tempo confinato all’interno del territorio nazionale o, al massimo, della Corte di Strasburgo, finisce per entrare nella sfera di interesse dell’Unione europea: e, come spesso abbiamo visto accadere nel processo di integrazione comunitaria, tale espansione materiale delle competenze comunitarie si coglie in primis nella giurisprudenza della Corte di giustizia, da sempre riconosciuta come il vero motore di ogni sviluppo europeo. Non solo il tema dei diritti fondamentali è all’origine delle incursioni comunitarie nella materia della famiglia: ancor prima di questa più recente giurisprudenza, infatti, la Comunità si era occupata del settore in maniera trasversale poichè, se anche i Trattati non vi fanno alcun riferimento, tuttavia la disciplina della libera circolazione delle persone, congiuntamente al divieto di discriminazione in base alla nazionalità, e al concetto di cittadinanza comunitaria poi, hanno presto portato sulla scena il tema della famiglia, soprattutto in ambito di ricongiungimenti familiari. Oggetto di questo lavoro è l’analisi dettagliata della giurisprudenza comunitaria in materia: in questo viaggio esplorativo, pur partendo dal limitato ambito del diritto di famiglia si arriva a cogliere qualche elemento in più della forma di stato dell’Unione Europea e sul processo (più o meno) sotterraneo di federalizzazione in corso.

Il diritto alla vita familiare all’esame della Corte di Giustizia

NINATTI, STEFANIA
2007-01-01

Abstract

Il diritto alla vita familiare all’esame della Corte di giustizia Stefania Ninatti In tutta Europa stiamo assistendo a progressivi ritocchi, più o meno incisivi, della disciplina tradizionale del diritto di famiglia e di tutta la serie di normative ad esso connesse. La trasformazione legislativa in corso consegue ad un profondo mutamento del concetto stesso di famiglia dovuto ad una più generale evoluzione economica, sociale e culturale, i cui tratti sono ampiamente riconoscibili nell’intero territorio europeo. Se la competenza in materia di famiglia è, di massima, situata a livello nazionale, tuttavia, in maniera più o meno diretta, si sono via via identificati altri possibili interlocutori sul tema: il primo sicuramente è la Corte di Strasburgo che può agire in quest’ambito a garanzia del diritto fondamentale alla vita familiare, così come descritto sinteticamente nell’art. 8 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo. L’attenzione della dottrina rispetto alla giurisprudenza della Corte di Strasburgo si può ritenere che, almeno inizialmente, fosse una soluzione obbligata, stante la generale incompetenza della Corte di Lussemburgo nei riguardi della tutela dei diritti fondamentali, se non attraverso il richiamo dell’art. 6 TUE. Ed in effetti, come noto, la competenza della Corte di giustizia in tale ambito si radica pur sempre solo nella sfera del diritto comunitario, non potendo la stessa assumersi il compito di sindacare la compatibilità di una normativa interna con i diritti fondamentali quali ad esempio espressi nella Convenzione europea. In questi ultimi anni, tuttavia, la Corte di giustizia – proprio attraverso un utilizzo audace dell’art. 6 TUE – sta assumendo sempre più spesso le vesti di garante a tutti gli effetti della tutela dei diritti fondamentali. Così, il terreno di discussione sulla “protezione della famiglia come diritto dell’uomo”, un tempo confinato all’interno del territorio nazionale o, al massimo, della Corte di Strasburgo, finisce per entrare nella sfera di interesse dell’Unione europea: e, come spesso abbiamo visto accadere nel processo di integrazione comunitaria, tale espansione materiale delle competenze comunitarie si coglie in primis nella giurisprudenza della Corte di giustizia, da sempre riconosciuta come il vero motore di ogni sviluppo europeo. Non solo il tema dei diritti fondamentali è all’origine delle incursioni comunitarie nella materia della famiglia: ancor prima di questa più recente giurisprudenza, infatti, la Comunità si era occupata del settore in maniera trasversale poichè, se anche i Trattati non vi fanno alcun riferimento, tuttavia la disciplina della libera circolazione delle persone, congiuntamente al divieto di discriminazione in base alla nazionalità, e al concetto di cittadinanza comunitaria poi, hanno presto portato sulla scena il tema della famiglia, soprattutto in ambito di ricongiungimenti familiari. Oggetto di questo lavoro è l’analisi dettagliata della giurisprudenza comunitaria in materia: in questo viaggio esplorativo, pur partendo dal limitato ambito del diritto di famiglia si arriva a cogliere qualche elemento in più della forma di stato dell’Unione Europea e sul processo (più o meno) sotterraneo di federalizzazione in corso.
2007
I diritti in azione. Universalità e pluralismo dei diritti fondamentali nelle Corti europee
Il Mulino
239
282
9788815119940
S. NINATTI
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/25708
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