Saggio su "La Monaca di Monza" (1967) di Giovanni Testori in cui l’autore riscrive teatralmente la vicenda storica di suor Virginia Maria, al secolo Marianna de Leyva, sulla scorta del Manzoni e di più recenti riletture, come quella compiuta dal Mazzucchelli sulla base delle carte del processo custodite nell’Archivio Arcivescovile di Milano. Nel saggio si discutono i rapporti tra "La Monaca di Monza" e l’opera teatrale e narrativa di Testori, le interferenze con il suo lavoro di ristrutturazione tematica e stilistica di tragedie di Shakespeare e di Sofocle, compiuto con "L’Ambleto", il "Macbetto", l’"Edipus", le contiguità con un testo metateatrale del 1984, "I Promessi sposi alla prova". Si affronta inoltre la questione della relazione tra la messa in scena de "La Monaca di Monza" e i temi, i modi, i toni del "Memoriale ai Milanesi" di Carlo Borromeo (1579), e quella delle suggestioni figurative, ricorrenti in Testori, qui in particolare derivate dagli amati pittori “pestanti”. Si rileva che la messa in scena della tragica vicenda assume l’andamento di una confessione, in un dialogo apparente, in realtà un ossessivo monologo, adatto a esprimere una condizione “germinale” del teatro come prova “religiosa”, “immobile”, “lacerante e senz’esiti”, una interrogazione spinta fino alla blasfema chiamata in giudizio di Dio per aver voluto così la creazione.

"L’imprecazione interrogante" della Monaca di Monza

ZANDRINO, Barbara
2006-01-01

Abstract

Saggio su "La Monaca di Monza" (1967) di Giovanni Testori in cui l’autore riscrive teatralmente la vicenda storica di suor Virginia Maria, al secolo Marianna de Leyva, sulla scorta del Manzoni e di più recenti riletture, come quella compiuta dal Mazzucchelli sulla base delle carte del processo custodite nell’Archivio Arcivescovile di Milano. Nel saggio si discutono i rapporti tra "La Monaca di Monza" e l’opera teatrale e narrativa di Testori, le interferenze con il suo lavoro di ristrutturazione tematica e stilistica di tragedie di Shakespeare e di Sofocle, compiuto con "L’Ambleto", il "Macbetto", l’"Edipus", le contiguità con un testo metateatrale del 1984, "I Promessi sposi alla prova". Si affronta inoltre la questione della relazione tra la messa in scena de "La Monaca di Monza" e i temi, i modi, i toni del "Memoriale ai Milanesi" di Carlo Borromeo (1579), e quella delle suggestioni figurative, ricorrenti in Testori, qui in particolare derivate dagli amati pittori “pestanti”. Si rileva che la messa in scena della tragica vicenda assume l’andamento di una confessione, in un dialogo apparente, in realtà un ossessivo monologo, adatto a esprimere una condizione “germinale” del teatro come prova “religiosa”, “immobile”, “lacerante e senz’esiti”, una interrogazione spinta fino alla blasfema chiamata in giudizio di Dio per aver voluto così la creazione.
2006
«…come l’uom s’etterna». Studi per Riccardo Massano
Dipartimento di Scienze letterarie e filologiche, Università degli Studi di Torino
279
299
Giovanni Testori; La Monaca di Monza; Memoriale ai Milanesi; Alessandro Manzoni; Mario Mazzucchelli; Carlo Borromeo; Federico Borromeo; confessione; monologo; imprecazione interrogante
B. ZANDRINO
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